Non solo i fiumi sono in sofferenza per la grave siccità perdurante ma anche per certi comportamenti che danneggiano l’intero ecosistema e mettono in pericolo l’incolumità pubblica: è nuovamente allarme inquinamento nelle acque del fiume Sacco dove nel corso della prima mattina di oggi – giorno della festa di Ognissanti – alcuni residenti hanno segnalato il brusco cambio di colore dell’acqua, diventata improvvisamente marrone, color ruggine.
A lanciare l’allarme è stato – per primo – il consigliere comunale di minoranza di Sgurgola Massimo Corsi, il quale passando nei pressi del ponte sito nei pressi della sede del Museo delle bande musicali si è accorto che da una delle due sponde del fiume, quella anagnina, una grossa quantità di liquami veniva sversata nelle acque del fiume Sacco.
Nel punto di immissione dei liquami, in acqua si è creata una impressionante macchia lattescente ed opalescente che si protraeva a vista d’occhio in direzione del senso di scorrimento del fiume stesso, come si evince dalle immagini del video che qui pubblichiamo.
“Non è accettabile – spiega Massimo Corsi ad anagnia.com – che tali scellerati spandimenti dei liquami causino situazioni di inquinamento così gravi; non è assolutamente tollerabile, è meschino e contro ogni plausibile logicità che si possa sversare materiale estraneo nelle acque del fiume, con gravi conseguenze per la flora e la fauna del fiume e, in generale, per l’ambiente in cui viviamo”.
Sul posto – nel corso della mattinata – sono arrivati i Carabinieri Forestali della Stazione di Guarcino e, poco più tardi, il personale di ARPA Lazio che ha prelevato campioni d’acqua dal fiume al fine di analizzarle le caratteristiche ed eventualmente risalire alla tipologia di sostanza sversata: solamente i risultati delle analisi potranno dare una risposta certa di cosa sia successo.
Quello che è certo è che questa stessa zona e questo stesso punto del fiume, più volte, in passato, sono stati teatro di episodi analoghi ma – malgrado le sollevazioni dei residenti della zona e delle associazioni ambientaliste – tali accadimenti tornano a riverificarsi puntualmente, senza che nessuno, incredibilmente, intervenga a gamba tesa con la precisa intenzione di indagare a fondo e di risalire – letteralmente – all’origine della sorgente dell’inquinamento.
In prima linea, da sempre, sui problemi di inquinamento di questa zona c’è Legambiente, con il circolo di Anagni, e – ancora prima – con il circolo Monti Lepini di Sgurgola, che da decenni denuncia questi fenomeni, con azioni mediatiche e legali che hanno contribuito a tenere alta l’attenzione. Purtroppo, come dimostrano i fatti di oggi, invano.