In questi giorni Arpa Lazio ha pubblicato online “Ambiente Lazio 2021”, il rapporto sui più importanti fattori ambientali regionali, con un focus sul “Comprensorio industriale di Colleferro” per esaminare i valori di fondo naturale dell’area denominata “Arpa2” (Pag. 208).
L’area interessata, circa 1,5 ettari, è ubicata all’interno del Sito di Interesse Nazionale (SIN) “Bacino del fiume Sacco”, ex zona industriale utilizzata fino al 1982 dall’azienda chimica SNIA-BPD, che ha dato luogo ad un pesante inquinamento delle matrici ambientali.
L’impatto del carico inquinante ha portato al regime commissariale, nel 2006, ed “Arpa2” è stata sottoposta a caratterizzazione e successiva messa in sicurezza permanente.
Gli interventi per disinquinare l’area e migliorare il livello di salubrità ambientale dei cittadini residenti sono stati inclusi anche nell’Accordo di programma del 2019-2022 (Addendum) ed inseriti tra quelli immediatamente attivabili, in ragione della loro priorità, con uno stanziamento di 4.652.469,63 €.
Le attività integrative eseguite nell’area di “Arpa2” hanno rilevato la presenza di berillio (sostanza tossica e cancerogena) in quantità superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC).
A seguito di tale criticità, la Regione ha avviato uno studio per la stima dei valori di fondo naturale (VFN) per il berillio in tutto il comprensorio, studio esteso anche al cobalto (potenzialmente cancerogeno), mentre per il tallio (sospetto cancerogeno) è emersa la necessità di una ulteriore investigazione.
Per affrontare le criticità legate ai superamenti di CSC potenzialmente riconducibili a valori di fondo naturali, Arpa ha adottato delle linee guida, non potendo disporre di strumenti normativi procedurali da parte della Regione. Nel frattempo il Ministero della Transizione Ecologica è intervenuto in materia con l’approvazione della legge n. 108/2021.
La lunga vicenda amministrativa, il tortuoso procedimento, il tecnicismo del rapporto, e la complessità delle informazioni non sono di immediata comprensione e di facile divulgazione. Richiedono invece un’azione di interpretazione e semplificazione, soprattutto per gli aspetti sanitari ed ambientali.
E’ lo stesso rapporto ad evidenziare che le norme sull’informazione ambientale impongono di diffondere e valorizzare i dati raccolti, anche attraverso le attività di comunicazione, oltre che di pubblicazione nei siti web istituzionali.
Al fine di non concentrarsi solo sui numeri e creare ingiustificati allarmismi sui contaminanti rilevati è doveroso permettere una discussione pubblica del rapporto, portandolo a conoscenza della cittadinanza dalle Istituzioni ed Enti pubblici, cui compete la salvaguardia della salute e l’informazione sui dati ambientali.
E’ necessario che di questi risultati si discuta in Consiglio comunale e che il Comune riferisca anche sugli altri due progetti del comprensorio industriale di Colleferro Area ingrosso merci e centrale termica e Area ossicloruro di rame – in attesa del decreto di approvazione – nonché sul progetto di bonifica dell’area Chetoni-Fenilglicina.
L’informazione deve essere completata con una approfondita discussione sullo stato di avanzamento dell’Accordo di programma e dell’Addendum del 2019-2022, sull’impiego delle risorse assegnate e utilizzate. Un invito in questo senso deve essere rivolto al Commissario straordinario per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza della valle del Sacco e per l’attuazione dell’Accordo di programma, in carica da circa un anno.
Da anni nel territorio della valle del Sacco è in corso un dibattito sul recupero delle aree degradate e inquinate che si scontra con mille difficoltà, non ultima quella di una più adeguata e realistica informazione.
nota stampa a cura di Ina Camilli, Comitato Residenti Colleferro