Domenico Janardi arciprete del Piglio 366 anni fa e precisamente in data 24 novembre 1656 informava il Principe Colonna che il male dilagava senza alcuna sosta e che il popolo non potendo digiunare, perché stremato dal morbo malefico, era disposto a percorrere scalzo i due chilometri che separano il Convento di San Lorenzo dal paese, per strappare al Beato Andrea Conti la grazia desiderata.
Ne riportiamo il testo:
“Em.mo et R.mo Ho ricevuto una di V.E. con molto mio gusto e son certo dell’Affetto che mi prova perché ho visto gli effetti.
Mi dispiace rispondere che credo gli apporterà qualche disgusto et mandargli la nota che segue, il male ti credi, che non cessa, ma moltiplica assai.
Mi creda certo, che se domani lì 25 del Corrente non si ottiene grazia al Beato Andrea che è festa sua; essendo disposto non il popolo a digiunare, io andarci devotamente scalzi.
Vedrà che pochissimi si salveranno.
Questo è quanto mi….. e ti fo pro.ma riverenza. Dal Piglio, li 24 di 9bre 1656.
D.V.E. Obblig.mo Sempre Dom.co Janardi Arc.te del Piglio”.
Per la cronaca questo documento è stato rinvenuto dal prof. Stefano Parenti nell’archivio Colonna di Roma (busta Piglio III- “Le corrispondenze dal 1560 al 1730), riguardanti l’epidemia di peste del 1656.
Tutta la documentazione storica su Piglio è stata trasferita successivamente da Roma a Subiaco, nell’archivio di Santa Scolastica.
Invece sarebbe opportuno che tutta questa documentazione che riguarda Piglio fosse trasferita da Subiaco alla biblioteca comunale di Piglio o all’archivio della Collegiata Santa Maria Assunta di Piglio, Ministro Gerardo Sangiuliano permettendo.
articolo a cura di Giorgio Alessandro Pacetti