“Umanizzare le cure” per dare maggiore forza a chi è costretto a combattere contro il cancro.
È stato questo il tema al centro del convegno scientifico organizzato dalla fondazione “Premio Antonio Biondi” presso l’Auditorium Comunale di Morolo, a cui hanno personalità di spicco del mondo della sanità, tra i quali il Direttore Generale della Asl di Frosinone Angelo Aliquò.
Tra gli interventi, tutti ricchi di importanti spunti scientifici, la novità è stata rappresentata dalla relazione di Stefania Alteri, estetista oncologica morolana, che ha sottolineato l’importanza di un inserimentodi tale figura professionale a sostegno del paziente lungo il percorso di trattamento della neoplasia: “l’estetista oncologica – ha spiegato nel suo intervento – possiede le competenze scientifiche teoriche e pratiche, derivanti da un lungo percorso di studi e approfondimenti, per comprendere la malattia, le terapie e come esse agiscono.
Si occupa del benessere e della qualità di vita delle persone che stanno affrontando le terapie con protocolli di trattamenti specifici in base al momento terapeutico. Purtroppo – ha rimarcato – sappiamo che i trattamenti farmacologici possono dare diversi effetti collaterali: tossicità cutanee e problematiche anche molto importanti alle unghie delle mani e dei piedi, poiché la terapia farmacologica altera la barriera cutanea e va a danneggiare il fisiologico rinnovo cellulare che viene bloccato al momento della terapia negli strati più profondi generando un’infiammazione motivo per cui insorgono diversi effetti secondari a volte anche molto gravi”.
Ed è qui che la figura dell’estetista oncologica si fa importante: “Il nostro obiettivo – ha sottolineato Stefania Alteri – è quello di dare un aiuto concreto e tracciare un percorso intervenendo già dal momento della diagnosi, durante e successivamente al follow up sulle tossicità che un determinato farmaco può provocare nelle persone che stanno combattendo un periodo buio della loro vita: la qualità di vita ed il benessere sono fondamentali al pari delle terapie farmacologiche permettendo così una migliore qualità di vita.
Sono convinta che, se un paziente è seguito bene, curato bene ma anche un po’ cullato, coccolato da persone che le sono vicino e che la seguono anche nei dettagli dei bisogni estetici, tutto questo lo aiuterà molto nel continuare a vivere meglio in maniera controllata, seria e consapevole di avere una possibilità di guarigione, ma anche di una ripresa più che accettabile in termine di qualità di vita”.
Poi l’auspicio: “Mi auguro che tale figura professionale possa essere inserita anche nei nostri ospedali di zona e riconosciuta quanto prima dal Ministero della Salute affinché i malati possano accedere a questo tipo di trattamenti. Nel rispetto dei ruoli di ognuno di noi si può dare vita a qualcosa di magico e unico perché la malattia può colpire qualsiasi organo ma viene elaborata dal cervello e quindi non possiamo ignorare l’aspetto psicologico ed il trauma psichico che il paziente subisce, dobbiamo tutti insieme pensare oltre che alla guarigione fisica anche quella psicologica è altrettanto fondamentale”.
Quindi la chiusura con uno slogan: “spero con tutto il cuore che si possa concretizzare collaborando con un’equipe di medici: mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progetto, lavorare insieme è un successo”.