Preoccupa – nel Lazio e nelle province di Frosinone e di Roma – il grave stato di siccità che perdura ormai da diversi mesi. A lanciare l’allarme l’Associazione dei Consorzi di Bonifica ed irrigazione regionale che commenta, con preoccupazione, i dati settimanalmente diffusi dall’Osservatorio dell’Anbi nazionale. Per quanto riguarda la Capitale, il Tevere continua ad abbassarsi, la portata dell’Aniene è inferiore alla metà della media storica, molti laghi sembrano destinati a scomparire.
Anche nel Lazio, purtroppo, dunque, la crisi idrica mette paura: secondo il bollettino la situazione è critica: “la decrescita del Tevere, dall’Umbria e fino alla foce, è costante“. E “sono in calo pure i fiumi Sacco e Liri”. Per quanto riguarda i laghi, quello di Bracciano “rimane ad un livello più basso di 14 centimetri rispetto al 2022 e di circa 30 centimetri rispetto al 2021″ e “al livello del piccolo lago di Nemi mancano 84 centimetri“.
“Non si tratta – spiegano dall’ANBI – di una transitoria stagione siccitosa, ma la conseguenza di un ciclo idrico, ormai incapace di rigenerarsi naturalmente a causa di cambiamenti climatici sorprendentemente veloci e cui si può rispondere solo con la realizzazione di nuove infrastrutture e l’efficientamento di quelle esistenti per trattenere l’acqua di eventi meteo sempre più rari”.
Per salvare l’estate, il periodo dell’anno più caldo, dove c’è maggiore necessità d’acqua, a questo punto, sottolinea ANBI – non basterebbe nemmeno un marzo più piovoso della media.