È stata inaugurata presso la sede dell’Istituto Polacco di Roma “Ucraina, Storie di Resistenza”, una mostra che prende spunto dalla tragedia ucraina ed è dedicata alla riflessione sui temi della guerra, delle cause che la originano e della società più in generale.
La mostra “Ucraina, Storie di Resistenza” ha aperto ufficialmente al pubblico lo scorso giovedì 16 marzo. Il percorso espositivo rappresenta un importante contributo al dibattito nella società civile e apre una riflessione sulle cause e le conseguenze della guerra in corso in Ucraina. Le opere esposte, per un totale di 46 foto, raccontano la resilienza del popolo ucraino che ha scelto di rispondere alla brutalità dell’invasione russa, senza mai arrendersi e darsi per vinto.
Organizzata dall’Ambasciata degli Stati Uniti, in collaborazione con l’Ambasciata di Polonia e di Ucraina presso la Santa Sede, la mostra “Ucraina, Storie di Resistenza” si focalizza sulle opere dei fotoreporter Arianna Arcara e Mihail Palinchak ed è visitabile negli spazi espositivi dell’Istituto Polacco della Capitale e l’ingresso è libero.
All’evento di presentazione di “Ucraina, Storie di Resistenza” hanno preso parte tra gli altri: il Deputy Chief of Mission dell’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Keely Kilburg, l’Ambasciatore di Ucraina presso la Santa Sede Sig. Andrii Yurash, l’Ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede Sig. Adam Kwiatkowski, il Vescovo Greco Cattolico Ucraino Mons. Irynej Bilyk e diverse autorità diplomatiche, politiche e religiose.
Durante l’evento è intervenuto anche il Rettore Presidente dell’Accademia Bonifaciana Gr. Uff. Sante De Angelis, tra l’altro anche ben noto e apprezzato giornalista e scrittore per una riflessione sulla centralità delle immagini nel racconto di un conflitto: “È un onore essere qui. È il risultato di un lavoro tra i due giovani fotografi ucraini e tra le ambasciate degli Stati Uniti in Italia e Santa Sede, in collaborazione con quella Ucraina e Polacca presso la Santa Sede. A poche settimane dal primo anniversario dell’invasione, questa mostra ci invita a non arrenderci, la pace non è un qualcosa che si può scegliere e dimenticare, ma uno sforzo. La Russia non ha mai accettato che l’Ucraina potesse essere indipendente. Ma il popolo ucraino ha mostrato la forza interiore per difendere il giusto. Le foto di oggi ci mostrano come la guerra abbia toccato le vite di moltissime famiglie. Quello che vedremo è un appello a tutti noi, la vita va vissuta perché tutto dipende da noi. Usciremo più forti da questa guerra. Ricostruiremo la pace. Vi chiediamo di continuare a supportare l’Ucraina. Nel nostro mondo la pace è la norma”.
“Il 24 febbraio, primo giorno dell’invasione russa, in studio a Cesura è stato tumulto generale”, ha sottolineato Arianna Arcara: “Sono stata subito travolta dalla necessità di partire verso quei territori che nel 2014 erano stati documentati dal cofondatore di Cesura e fotogiornalista Andy Rocchelli e avevano infine segnato la sua storia; così come quella di tutti noi altri membri del collettivo”.“Non ho mai pensato di diventare un fotografo di guerra e preferisco fotografare la tranquilla vita quotidiana del mio Paese facendo street photography”, ha raccontato Mikhail Palinchak: “Ma quando la guerra è arrivata nel mio Paese, nella mia città natale e persino nelle strade dove vivo come cittadino e come fotografo, non ho avuto altra scelta che documentare ciò che stava accadendo intorno a me”.“Le immagini di Arcara e Palinchak”, si legge in una nota dell’Ambasciata statunitense in Italia, “ci trasportano in Ucraina davanti a vite e palazzi distrutti. Vediamo volti che ci fanno sentire il dolore e la determinazione, che ci permettono di prendere parete alla sofferenza dei bambini e delle loro famiglie. Possiamo sentire il rumore dei passi di fiumi di persone che a le loro vite e i loro amati, così come i loro sogni, desideri, ambizioni. Queste foto però ci restituiscono chiaramente anche i loro sguardi caparbi e fieri, e il coraggio di chi non si lascia piegare ed è pronto a reagire”.
fotoservizio a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Accademia Bonifaciana