Non c’è più tempo. Il messaggio che emerge dal rapporto dell’Ipcc (il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) è soltanto questo. Un documento di fondamentale importanza al quale hanno lavorato scienziati di 195 Paesi sotto l’egida dell’Onu. Dicono una cosa semplice: è necessario dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, rispettando il target di Parigi di +1,5 gradi.
E’ necessario prendere coscienza di una situazione drammatica, e che come deve essere percepita dai Governi e dalle opinioni pubbliche. Siamo di fronte all’allarme più urgente che la comunità scientifica abbia mai lanciato. Nel mondo tre miliardi di persone vivono già in zone dove siccità, uragani, incendi e altre ricadute climatiche rendono impossibile fronteggiare la situazione. Le metà della popolazione della Terra deve fare i conti con la progressiva scarsità delle risorse idriche. Gli eventi climatici estremi, sempre più frequenti, provocano distruzione e morte. Lo sappiamo, lo vediamo.
Non esiste alternativa ad una transizione ecologica ed energetica rapida. Esistono delle soluzioni per decarbonizzare i comparti energetici e produttivi. Possiamo ancora invertire la rotta, ma dobbiamo sbrigarci: se le temperature globali supereranno gli 1,5 gradi il nostro mondo cambierà in modo irreversibile. Perciò entro il 2030 occorrono delle risposte forte e concrete.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha più volte evidenziato che “questo Rapporto è una chiamata a gran voce per accelerare in modo massiccio gli sforzi per il clima da parte di ogni Paese e in ogni momento. Il nostro mondo ha bisogno di un’azione per il clima su tutti i fronti: tutto, ovunque e tutto insieme. L’umanità è in bilico su un sottile strato di ghiaccio, che si sta sciogliendo velocemente”
Non ci può essere nessun tentativo di minimizzare, concentrandosi sui sintomi piuttosto che sulla causa della malattia. Come è stato affermato, il più grande allarme della storia dell’umanità è stato ridotto a rumore di fondo.
Eppure siccità, alluvioni, incendi e ondate di calore già da anni sono presenti con effetti devastanti. Dobbiamo batterci e alzare la voce, se necessario. Tutti insieme. Tra il 2025 e il 2030 occorre effettuare ogni sforzo per cambiare i modelli industriali, eliminando gradualmente i combustibili fossili e aumentare le energie rinnovabili. Non esiste un altro modo. La bussola è una sola: transizione ecologica ed energetica.
articolo a cura di Mauro Buschini, Presidente Egaf