Il 3 giugno ad Anagni restauratori, storici e storici dell’arte si sono seduti attorno a un tavolo con il solo scopo di dialogare, di analizzare e di scambiarsi idee e suggestioni su una delle opere medievali più importanti conservate in città: l’Icona del Salvatore e i suoi sportelli dipinti. In passato le tre tavole erano conservate nella chiesa di Sant’Andrea e per questo conosciute come il “trittico di Sant’Andrea”, ma dal 2008 sono conservate nel Museo della Cattedrale di Anagni e recentemente sono state oggetto di un lungo e meticoloso restauro che ha portato alla luce novità interessanti e tutta la loro originaria bellezza.
Durante la mattinata gli studiosi Emiliano Bultrini e Lorenzo Proscio hanno delineato il profilo storico della dominazione Caetani in Anagni e nel Lazio, con particolare riferimento agli anni del pontificato di Bonifacio VIII e alla sua politica di acquisizione di case e palazzi in città e nei territori limitrofi. Sono stati mostrati importanti documenti provenienti dagli archivi Capitolare e Caetani dove sono citati personaggi chiave per una migliore comprensione delle vicende artistiche dell’Icona e di Anagni durante il pontificato del papa dello Schiaffo.
Nel pomeriggio la funzionaria restauratrice della Soprintendenza, Chiara Arrighi e il restauratore Antonio Iaccarino Idelson della Equilibrarte s.r.l. hanno mostrato tutte le fasi del restauro e le interessantissime scoperte emerse, soprattutto inerenti alle preziose, raffinate e complesse tecniche esecutive messe in campo dagli artisti medievali. Inoltre è apparso chiaro, e i documenti d’archivio lo hanno confermato, che i due pannelli laterali non appartengono a un trittico, ma sono gli sportelli di un armadio che conservava e celava alla vista l’icona del Santissimo Salvatore per la maggior parte dell’anno. L’immagine venerata veniva svelata solo una volta l’anno, in occasione delle famose processioni dei “santi a monte” e “dei santi a balle”.
A seguire gli storici dell’arte Claudia Coladarci (curatrice del MuCA) e Mario Cobuzzi hanno tentato di individuare la cultura figurativa dell’opera e di definire una più esatta cronologia. Rispetto agli studi precedenti è stata retrodatata agli ultimi anni del Duecento o al massimo ai primissimi del secolo successivo e quindi, con molta probabilità, realizzata durante il pontificato di papa Caetani.
La giornata si è rivelata preziosa e proficua soprattutto nelle fasi di dibattito, durante le quali gli studiosi invitati hanno saputo animare il confronto, proponendo nuove idee, suggestioni e apportando un contributo prezioso alla conoscenza delle tre tavole dipinte.
Gli studi, ancora in corso, confluiranno prossimamente in un volume monografico che finalmente restituirà dignità e valore a un’opera ormai riconosciuta come fondamentale per lo studio della produzione artistica nella Roma di fine secolo e che ha ancora tanto da raccontare. Il prossimo appuntamento: la presentazione del libro ad un vasto pubblico, sempre nella cornice della Cattedrale di Anagni.
È stata anche l’occasione per presentare la nuova pinacoteca del MuCA, ultimo ambiente aggiunto al percorso museale che sarà, a breve, aperto al pubblico.
Il Capitolo della Basilica Cattedrale di Anagni e il MuCA – è scritto in una nota inviata a questa redazione – ringraziano tutti coloro che hanno partecipato all’evento, la Equilibrarte s.r.l. che ha restaurato l’opera con professionalità e competenza, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arte e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina che ha seguito i restauri e i generosi finanziatori dell’impresa: la Conferenza Episcopale Italiana, l’Organizzazione Museale Regionale e l’istituto di credito BancAnagni. Un ringraziamento particolare ai professori Walter Angelelli e Davide Angelucci che hanno moderato e organizzato la giornata in collaborazione con il personale del MuCA.