Questa volta il preside dell’Istituto Alberghiero di Fiuggi, il dirigente Francesco Cozzolino, ha fatto goal! Insieme al commissariato di Polizia della Città termale, guidato dal vice questore aggiunto il dottor Sergio Vassalli, hanno organizzato un incontro-dibattito dal titolo “I danni della droga”.
Un vero e proprio “calcio alle dipendenze” è stato dato da due illustri protagonisti che in fronti differenti combattono quotidianamente il fenomeno della droga tra i giovani: in prima linea il dottor Pignataro, dirigente generale della pubblica sicurezza, esperto presso la presidenza del Consiglio – dipartimento politiche antidroga – e Don Antonio Coluccia, il sacerdote balzato alle cronache nazionali per la sua lotta alle organizzazioni criminali che spacciano droga nella zona di San Basilio a Roma e oggi sotto scorta per le minacce di morte ricevute dai clan.
Presente anche il consigliere comunale Gianluca Ludovici, il quale ha portato i saluti del sindaco Alioska Baccarini e dell’amministrazione comunale.
Nonostante sia il penultimo giorno di scuola, il salone delle feste dell’istituto alberghiero si è presentato stracolmo di studenti. Ragazzi e ragazze che hanno ascoltato con interesse le importanti raccomandazioni di chi, tutti i giorni, rischiando la propria vita, combatte lo spaccio di droga.
“La droga è morte, lo dicono le statistiche! Dovete difendere voi stessi, non dovete rovinare la vostra vita” ha esordito il dottor Antonio Pignataro. Lo stesso alto dirigente ha invitato professori e alunni ad osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime della droga.
“Si pensa che la cannabis non sia dannosa. Sbagliato! È la via di ingresso per varie forme di dipendenza. Non è vero che la cosiddetta canna è una droga leggera – ha sottolineato Pignataro – le statistiche ci dicono che il 98% dei tossicodipendenti ha iniziato con uno spinello. Le droghe provocano malattie mentali e fisiche che ci condizionano per tutta la vita.
Ho voluto distribuire delle apposite brochure per darvi la possibilità di informarvi perché soltanto attraverso la conoscenza potete prendere atto che la droga produce morte, provoca la sofferenza delle vostre famiglie e dei vostri amici”.
Sullo schermo gigante allestito nel salone sono state proiettate le immagini di volti noti del mondo dello spettacolo che si sono rovinati la vita per colpa della droga.
Don Antonio Coluccia, armato del suo inseparabile megafono, di un fischietto e di un pallone da calcio, si è presentato davanti agli studenti raccontando ciò che vive tutti i giorni: “Voi siete fortunati, a Roma ci sono bambini che vengono condannati fin da piccoli. A San Basilio c’è un vuoto istituzionale, con interi territori in mano a bande delinquenziali. Non potevo e non posso accettare questa situazione che grida vendetta agli occhi di Dio e ho deciso di occupare la “piazza dello spaccio”. Se oggi ci sono ragazzi che muoiono di droga è colpa di tutti, è colpa di coloro che si commuovono ma non si muovono! Nella mia vita non ho mai visto drogati felici. La domanda che mi faccio è una soltanto: cosa posso fare per questi ragazzi? Occupo il territorio per offrire un’opportunità a chi purtroppo non può averla. La droga non dà futuro – ha tuonato don Antonio Coluccia rivolgendosi agli studenti – noi cerchiamo di dare una possibilità a cambiare vita, di conoscere, di informarsi, e dovete essere fieri e orgogliosi del percorso di studi perché state capendo in che modo creare il vostro futuro”.