Rischia sei anni di reclusione G.M., il 26enne anagnino accusato di violenza sessuale e pornografia minorile per aver costretto un bambino di dieci anni, a lui legato da vincoli di parentela, a compiere atti sessuali che sarebbero anche stati ripresi con lo smartphone.
Le immagini – poi postate sul canale Telegram “Incesti italiani” – sarebbero state visualizzate centinaia di volte; la vicenda risale a circa due anni fa, quando in seguito al sequestro da parte delle Forze dell’Ordine dei dispositivi di uno degli iscritti al canale, vennero scoperte le agghiaccianti immagini. Il canale è stato in seguito smantellato, e l’autore delle riprese è stato individuato e arrestato.
Il ragazzino – che oggi ha 12 anni – è stato ascoltato in audizione protetta confermando quanto era accaduto.
I fatti, come detto, risalgono ad agosto del 2021 quando i due cugini, che allora avevano rispettivamente 10 e 24 anni, trascorsero una giornata insieme. Sicuro di non essere notato, il più grande spinge il più piccolo in un luogo appartato e lo violenta, dando sfogo a ogni sua perversione. Il bambino, non sapendo che fare, rimane pietrificato: non ha la forza di urlare, né sa come scappare. G.M. – malgrado il terrore negli occhi del cuginetto – non si fa scrupoli e prosegue nella violenza, riprendendosi con lo smartphone.
Terminate le riprese, G.M. riguarda il video per capire come sia venuto. Poi, nei giorni successivi, lo posta sul canale “Incesti italiani” di Telegram, il cui nome non lascia spazio a dubbi.
Nell’inchiesta figura il nome anche di un’altra persona – non indagata – alla quale il 26enne avrebbe inviato il video tramite Whatsapp.