Il Consorzio Industriale del Lazio è – oggi – il più grande d’Italia e tra i compiti più importanti che è chiamato ad assolvere c’è quello della ricerca di investitori nazionali ed esteri, con la promozione internazionale delle opportunità di investimento nell’economia del territorio e la valorizzazione delle realtà produttive anche di piccola e media impresa.
L’ente ha la sua sede nella Capitale ma mantiene anche le strutture provinciali, che restano il braccio operativo in tutti i territori; alla presidenza c’è Francesco De Angelis, già consigliere ed assessore regionale, ex parlamentare europeo e dal 2015 alla guida del Consorzio ASI di Frosinone, poi confluito – assieme ad altri quattro enti industriali presenti sul territorio regionale (Cosilam, Consorzio Roma-Latina, Consorzio di Rieti e Consorzio del Sud Pontino) nell’attuale Consorzio Industriale del Lazio.
anagnia.com ha incontrato il dott. Francesco De Angelis, e gli ha porto alcune domande. Ecco cosa ci ha risposto:
Signor presidente, innanzitutto grazie per aver accettato l’invito di anagnia.com a fare questa intervista. Vorremmo chiederle: ad oggi quante aziende riunisce il Consorzio industriale del Lazio? Quante sono quelle che operano in provincia di Frosinone e quante quelle che operano in provincia di Roma?
Fare una stima precisa è davvero molto complicato. Sottolineo qualche numero ed è emblematico di ciò che stiamo parlando. Numeri che indicano come, a fronte di circa 1.500.000 lavoratori che operano nel settore privato in tutta la regione, circa 100.000 siano gli addetti direttamente coinvolti nel Consorzio, distribuiti in oltre tremila aziende. Si traducono in un significativo 6,6 per cento. A livello manufatturiero la percentuale è destinata ad alzarsi in maniera considerevole. In tutta la regione vi sono infatti poco più di 160.000 addetti (Fonte INPS), con i 100.000 che ricadono nel Consorzio a rappresentare il 62 per cento.
Un numero destinato a crescere prospetticamente, se si pensa che sono diverse le realtà industriali che vogliono entrare a far parte del Consorzio Industriale del Lazio. Appena tre anni fa quest’ultimo era una scommessa e per molti un salto da visionari. Oggi è una realtà. La realtà industriale più grande d’Italia.
Lei ha mai avuto modo di visitare tutte le aziende consorziate?
Visitarle tutte sarebbe impossibile, visti i numeri di cui parliamo. Certamente ho visitato tutti gli agglomerati industriali e di sicuro moltissime aziende. Molte altre ne visiterò in futuro, ma come detto parliamo di oltre tremila realtà industriali.
Potrebbe essere utile – dunque – riunirle per sentire dalla loro voce quali potrebbero essere le loro proposte di miglioramento? In caso affermativo, possiamo cominciare a dare un riferimento temporale riguardo alla data di questo incontro?
La capacità di ascolto è necessaria per capire, per cogliere problemi e difficoltà, ma anche le opportunità. Per quanto mi riguarda sono da sempre molto favorevole a costruire delle occasioni, magari in momenti differenti visti i numeri di cui parliamo, e sono a disposizione, subito dopo la parentesi estiva, per inserire appuntamenti del genere in agenda.
Ad oggi, quali sono i benefici e quali i vantaggi di cui usufruiscono i consorziati a fronte del pagamento della quota di iscrizione?
Intanto tutti i servizi che noi offriamo alle aziende. Servizi fondamentali per svolgere attività di impresa, e poi stiamo mettendo in campo una serie di interventi, soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture, per ammodernare e rendere più competitivo il territorio.
Mi piace poi citare, in particolare, la fiscalità di vantaggio, con oltre 110 milioni di euro in favore delle imprese che ricadono esclusivamente all’interno del Consorzio Industriale del Lazio e stanziati dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per la programmazione 2021-2027. L’obiettivo è stato ed è quello di ridare vita all’attività manufatturiera, favorendo in questa maniera l’occupazione.
Abbiamo portato avanti un lavoro certosino per arrivare a questo risultato, prima con l’approvazione definitiva in Parlamento e poi con il Decreto del presidente del Consiglio. Un provvedimento che come Consorzio abbiamo chiesto a gran voce ed ottenuto.
Ma questi sono solo alcuni esempi. La realtà parla chiaro, con il Consorzio che è uno strumento vero, che sta sul territorio ed ha un rapporto diretto con le imprese, oltre ad essere un ente decisivo per lo sviluppo economico e produttivo.
Da quando c’è stato il passaggio da Consorzio ASI Frosinone a Consorzio Industriale unico quali sono stati i cambiamenti e in che direzione?
In questa prima fase stiamo cercando soprattutto di armonizzare il tutto, poiché portare avanti un progetto di fusione come quello che abbiamo attuato è un’operazione molto complessa. Quindi stiamo lavorando in questa direzione, su regole e procedure che erano differenti nei cinque Consorzi.
E poi, in accordo con la Regione Lazio, partiremo a breve con la nuova mission del Consorzio Industriale del Lazio.
Quando nel 2015 sono stato chiamato alla guida del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Frosinone, ho pensato ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile, il solo oggi concepibile. Era ed è una sfida ambiziosa. Con il Consorzio Industriale del Lazio diventeremo un organismo intermedio di gestione delle risorse regionali, comunitarie e del Recovery Fund con una nuova mission, che include l’attrazione di investimenti, la reindustrializzazione dei siti dismessi, la promozione della costituzione di Aree produttive ecologicamente attrezzate (le Apea), la gestione degli incentivi a favore delle imprese. Saremo più attrattivi e competitivi. Abbiamo dato vita a questa fusione, frutto di un percorso lungo, difficile ma molto partecipato. Un lavoro di squadra fondamentale e che ha portato ad un piano strategico in grado di rendere l’ente uno strumento snello, incisivo e moderno.
Stiamo inoltre mettendo in campo il nuovo Piano industriale e, contestualmente, lavorando sulla mappatura dei siti dismessi, che da una parte rappresentano una minaccia sotto il profilo paesaggistico e ambientale, e dall’altra potrebbero essere una nuova ed importante opportunità di sviluppo. C’è una legge dello Stato che ce lo consente. Una legge in cui è specificato che un sito abbandonato da oltre cinque anni e che abbia ricevuto, nel corso della sua storia, un finanziamento pubblico superiore al valore attuale dello stesso sito, può essere acquisito dal Consorzio a costo zero. Abbiamo dato mandato al CER, il Centro di Ricerche Europeo, di preparare la mappa, che presto avremo a disposizione.
La Regione Lazio ha stanziato importanti fondi a favore del Consorzio da investire nei progetti dei prossimi anni; come si pensa di utilizzare tali finanziamenti?
Siamo già pronti ed i finanziamenti saranno dedicati soprattutto all’ammodernamento delle infrastrutture. Di sicuro la progettazione è già esecutiva e siamo in attesa delle risorse. Parliamo di una cinquantina di interventi sull’intero territorio regionale. Interventi destinati a cambiare in meglio i diversi territori.
Recentemente diversi Comuni della provincia di Frosinone hanno confermato o cambiato le rispettive amministrazioni; tra queste Anagni, Ferentino, Serrone, Fiuggi, solo per citarne alcune. Cosa ne pensa e in che modo il Consorzio sta collaborando con loro?
Il Consorzio Industriale collabora con tutti ed il nostro è un rapporto istituzionale. Il punto di riferimento è il socio. Per noi non cambia nulla. Le amministrazioni cambiano perché ci sono le elezioni, ma il nostro interlocutore resta il socio.
E per quanto riguarda l’amministrazione comunale di Frosinone a guida del dott. Riccardo Mastrangeli? Qual è il Suo giudizio e come state collaborando?
Non sta a me, in quanto presidente del Consorzio Industriale, dare un giudizio sull’amministrazione comunale di Frosinone o su qualsiasi altra amministrazione. Posso dire che con il Comune di Frosinone, che è nostro socio, la collaborazione c’è ed è positiva. Stiamo lavorando bene su alcuni progetti.
Ho saputo che c’è il gruppo di Unindustria Giovani che sta provando a coinvolgere Lei, a coinvolgere il Consorzio, in un progetto congiunto di miglioramento; cosa ne pensa?
Dai giovani imprenditori già in altre occasioni sono pervenute proposte positive sulle quali noi vogliamo lavorare. Sicché la collaborazione è piena e convinta. Personalmente ho sempre scommesso sui giovani. Hanno da sempre idee e forza per portarle avanti.
Esiste un piano di sviluppo per ciò che concerne l’area industriale di Anagni? Se sì, in cosa consiste, quali sono i costi e quali i tempi di realizzo?
A breve lavoreremo su altri due interventi, quindi alla fine sistemeremo l’intero agglomerato industriale di Anagni. Complessivamente si tratta di tre interventi ed uno è già stato effettuato. Gli altri due sono il completamento dell’asse viario in località Selciatella e la manutenzione straordinaria delle strade secondarie. Per quest’ultima partiremo con i lavori in autunno.
Quindi mi pare di poter dire che si sta lavorando bene.
Sempre a proposito della zona industriale di Anagni; esiste un progetto di illuminazione delle strade del Consorzio?
La competenza delle strade non è del Consorzio Industriale. Noi eseguiamo degli interventi infrastrutturali, ma la competenza è del Comune, dell’Astral o della Provincia. Di conseguenza il piano della pubblica illuminazione non è qualcosa che realizziamo noi.
Esiste un accordo con i Comuni per la manutenzione delle strade dell’area industriale? Se sì, è finanziato? Inoltre: c’è un piano di manutenzione programmato?
Non è una nostra competenza. Su questo c’è molta confusione, perché spesso vengono denominate strade Asi, ma non vuol dire che siano nostre strade. Quando abbiamo le risorse eseguiamo gli interventi, terminati i quali riconsegniamo la strada ai legittimi enti gestori. C’è una legge regionale, la numero 72 del 1980, che riguarda le norme sulla viabilità ed in sostanza dice che, entro sei mesi dal collaudo, le strade vengono classificate per categoria di appartenenza in comunali, provinciali o regionali.
Come si possono rendere le nostre zone industriali più attrattive per chi intende investire sul nostro territorio? Consideri pure che ci sono molti lotti liberi; perché?
Non ci sono lotti liberi. Anzi, non abbiamo più a disposizione le aree. Tanto è vero che stiamo mettendo mano al Piano Regolatore anche perché non abbiamo più aree libere. Vuol dire che siamo attrattivi e competitivi. Stiamo lavorando, come detto, su interventi infrastrutturali importanti e a breve partirà per l’agglomerato industriale di Frosinone, per poi essere esteso anche agli altri, il progetto della “Fabbrica del bello”, con interventi di valorizzazione paesaggistica e mitigazione ambientale sugli assi stradali. L’Italia è il Paese della bellezza e noi puntiamo a far diventare belle anche le aree industriali.
articolo a cura di Ivan Quiselli; si ringrazia la dott.ssa Laura Collinoli per la cortese collaborazione e disponibilità