Di seguito, pubblichiamo integralmente e senza modifiche la nota stampa inviata alla nostra redazione da Legambiente Anagni:
Nei giorni scorsi è stata emanata dal sindaco di Anagni una ordinanza, la n.32 del 01/08/2023, per autorizzare il campionamento dei terreni ricadenti nel perimetro del SIN Bacino del Fiume Sacco. Il Circolo Legambiente Anagni, che ha seguito fin dall’inizio la vicenda del SIN, esprime soddisfazione per questo provvedimento atteso e fondamentale per il prosieguo delle attività di caratterizzazione.
Il campionamento dei terreni delle aree agricole interessate, comprese entro 100 metri dalle rive destra e sinistra del fiume Sacco e nelle aree di esondazione, è necessario per consentire le appropriate analisi chimiche, i cui risultati saranno di primaria importanza per stabilire quantitativamente il livello di contaminazione dell’area SIN. Questa caratterizzazione è una fase propedeutica alla attività di bonifica.
Per ripercorrere i passi che hanno portato alla ordinanza comunale citata è necessario tornare indietro di qualche anno, precisamente al 12 marzo 2019, quando presso la prefettura di Frosinone è stato sottoscritto l’accordo di programma tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Lazio per la “Realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sito di interesse nazionale Bacino del Fiume Sacco”. Ricordiamo che la perimetrazione attuale del SIN era stata definita a novembre 2016 a conclusione di un lungo iter tecnico-amministrativo e svolto in collaborazione tra Ministero, Regione, Amministrazioni Locali, Ordini Professionali, Associazioni di cittadini.
Oltre all’inquinante principale nel fiume, il Beta-esaclorocicloesano proveniente dalla ex Caffaro di Colleferro, le Amministrazioni Locali avevano segnalato l’esistenza sulle aree di propria competenza di siti, principalmente ex industriali, gravati da inquinamento di varia natura e per i quali era necessario effettuare rimozione di rifiuti, caratterizzazioni e messa in sicurezza.
Al termine di un lungo e complesso procedimento partecipato, il SIN è diventato quello che conosciamo adesso: una porzione di territorio lungo il corso del fiume, esteso per 70 km da Colleferro fino a Falvaterra.
Con l’accordo di programma del 2019, aggiornato in seguito con decreto n. 62/2021, è stato assegnato alla Regione il ruolo di Responsabile Unico per l’Attuazione, sono stati individuati i fondi necessari, circa 56 milioni di euro, derivanti anche in parte da FSC (Fondi di Sviluppo e Coesione) e in parte residui della precedente gestione commissariale, e sono state definite le linee guida per procedere con il relativo cronoprogramma. L’accordo di programma prevede attività estese sui territori dei 19 comuni interessati, come l’analisi epidemiologica della popolazione residente e la caratterizzazione delle aree agricole ripariali, e attività di caratterizzazione su otto siti localizzati in quattro comuni, tra i quali la ex polveriera di Anagni, sulla discarica di Via Le Lame a Frosinone e sul comprensorio di Colleferro.
Il Piano di Caratterizzazione delle aree ripariali è stato redatto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana (IZSLT), vedi Deliberazione della Giunta Regionale n. 140 del 31.03.2020.
Per l’esecuzione dell’attività di campionamento e l’analisi dei terreni è stata espletata una gara che ha portato all’aggiudicazione del servizio alla RTI ECOCONTROL-SAMAC APPALTI s.r.l, vedi Determinazione n. G02796 del 10/03/2022.
Il campionamento delle aree ripariali del comune di Anagni ricadenti nel SIN, autorizzato dall’Amministrazione con l’ordinanza del 1 agosto 2023, è previsto a partire dal prossimo 1 settembre. Le attività previste dal piano di caratterizzazione, sintetizzate nella tabella seguente, dovrebbero essere concluse nell’arco di 20 mesi.
In conclusione: bene l’emanazione della ordinanza per consentire i campionamenti e le conseguenti caratterizzazioni, ma non possiamo non registrare la dilatazione dei tempi nell’esecuzione della fase propedeutica della bonifica che il territorio attende da quando è stata dichiarato lo stato di emergenza sociosanitaria nel 2005, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (vedi DPCM 19/05/2005).
Non ci resta altro che ripetere, non senza amarezza, quanto scrivemmo il 4 agosto 2022, esattamente un anno fa, a chiusura di un comunicato congiunto con RETUVASA:
“(…) dall’emissione del decreto di perimetrazione del SIN, 22 novembre 2016, se non si è apprezzata una reale collaborazione tra amministrazioni regionale e locali, agenzie di controllo, reti imprenditoriali e professionali sotto il coordinamento della Regione per svolgere al meglio i compiti che l’istituzione del SIN aveva affidato a quest’ultima, tanto meno abbiamo assistito ad una reale collaborazione per la progettazione di un modello di sviluppo del nostro territorio secondo la logica dell’Economia Circolare. Il PNRR attribuisce alle azioni inquadrabili sotto il segno della Transizione Ecologica e dell’Economia Circolare circa il 40% delle risorse; come andiamo ripetendo da anni, ben prima della definizione del PNRR, è necessaria la cooperazione più ampia – tra tutte le componenti della società, nessuna esclusa- per definire un progetto del nostro territorio nel segno della giustizia ambientale e sociale, consapevoli del fatto che non si fa la rivoluzione in un solo territorio, ma da un territorio può nascere -deve nascere- una proposta al contesto nazionale, con l’obiettivo di condividere una medesima metodologia con gli altri territori. L’attuale intreccio di crisi ambientale, climatica, sociale e sanitaria richiede una svolta radicale ben oltre l’inseguimento di interessi particolari coalizzati per dare l’assalto ai fondi pubblici (…)”