Il capogruppo della Lega in Consiglio provinciale ricorda il lavoro del Comitato per lo sviluppo che portò alla decretazione dell’Area di crisi complessa.
“Ho apprezzato molto l’iniziativa promossa dal presidente della Provincia Luca Di Stefano che ha convocato gli Stati Generali per affrontare il problema della desertificazione industriale nel nostro territorio”.
A parlare così il capogruppo della Lega in consiglio provinciale Andrea Amata che evidenzia: “Da parte mia e del mio partito piena condivisione di questa azione, che ricalca quanto già fatto da me nel 2015 quando proposi e concretizzai la riattivazione del Comitato dello Sviluppo della Provincia di Frosinone, nel quale erano presenti tutti gli stakeholder territoriali. Fu un’intuizione vincente perché dal lavoro di quel parlamentino locale e condividendo le preoccupazioni del mondo imprenditoriale e dei lavoratori nacque la proposta, poi accolta dal ministero dello Sviluppo economico, di decretare la nostra provincia Area di crisi complessa, una misura che teneva insieme l’incentivazione allo sviluppo e il sostegno alle crisi aziendali”.
“Proprio alla luce di quella lodevole iniziativa – conclude Amata – mi preme evidenziare come questi Stati Generali non debbano ridursi ad un mero confronto verbale tra gli attori che interverranno, ma occorre mettere subito nero su bianco e rendere operative quelle iniziative e quelle misure che realmente semplifichino la vita delle aziende, permettano agli imprenditori di venire o rimanere nel nostro territorio, sempre nel rispetto dell’ambiente”.
“Abbiamo davanti un’occasione storica per disegnare il futuro industriale di questa terra. E sono orgoglioso che a promuoverla sia la Provincia di Frosinone. Però, ripeto, non siano gli Stati generali un semplice esercizio retorico, si lavori in questo lasso di tempo che ci separa dal 28 settembre per discutere una proposta operativa concreta, un vademecum di semplificazione amministrativa per ridare respiro e prospettiva alle imprese, liberandole dall’opprimente zavorra burocratica che rischia di affondarle definitivamente”.