Mantenere vive tradizioni e feste popolari, oggi, richiede lo stesso sforzo che richiederebbe mantenere in piedi con le mani case cadute.
Le feste delle contrade, quelle dove il profumo dei panini sovrasta il disgusto dello smog.
Quelle dove i bambini tengono legati al polso il palloncino e piangono se gli vola via.
Quelle dove le giostre ti invitano ad andare e tu vai, incurante dell’età.
Quelle delle noccioline e delle caramelle colorate.
Quelle del pesciolino rosso venduto dentro sacchetti di plastica trasparente che quando torni a casa, lo travasi e ti pare di aver trovato un amico in un’ampolla. Che se ci guardi oltre vedi il mondo più grande e più bello come quando da piccolo ti mettevi a cavalcioni sulle spalle dei genitori i. Ed era tutto così bello.
Le feste dove si celebra l’ essere gente di paese a colpi di tornei di briscola, giochi e balli di gruppo.
Quelle dove ognuno trova un posto a tavola, un posto che pare gli sia stato lasciato. È tuo, è lì e non vorresti essere altrove.
Le feste che per raggiungerle devi camminare a piedi. Fa caldo, ma non te ne accorgi. Sei giovane e se non lo sei torni ad esserlo e ti rimbalzano nella mente gli anni in cui per raggiungere la festa di San Rocco, passavi in gruppo sotto il Camposanto. A quel punto acceleravi il passo perché ti faceva paura. Non la morte, che da giovani non ti sfiorava, ma le storie inventate che ti raccontavano per poi urlarti un ‘bu’ all’orecchio proprio sotto il cancello chiuso che a guardarlo ti sembrava spettrale.
E la festa di San Rocco a Veroli è una delle poche che è rimasta così negli anni. Non è cambiata lei, siamo cresciuti noi. E in modo sbagliato.
Se alcune cose restano e fanno di un paese, non solo un accumulo di case, ma comunità, è grazie alla gente che si riunisce in comitati e trascina con tutte le forze un passato che ha il diritto di continuare a vivere.
E proprio da questa sera in località Crocifisso inizieranno le danze. Non in senso metaforico, ma danze vere, quelle che tutti prima o poi quel passo strano lo azzeccano e nessuno ti giudica.
A far scatenare il popolo festante sarà il gruppo ‘Le Meteore’.
Domani 13 agosto si inizierà dal pomeriggio con i Giochi senza Frontiere, senza frontiere di età, senza frontiere di genere. A sera ancora balli e canti popolari con i ‘Tanto pe’ cantà’.
Per gli amanti del neo melodico il 14 agosto, sarà la volta di Angelo Famao in concerto.
Ancora una serata danzante il 15 agosto. Un ferragosto davvero alternativo e popolare con gli Amasud.
Gran finale il 16 agosto. Dal pomeriggio animazione per bambini e la sera in concerto I Santo California. Canzoni che resistono al tempo e chi dice di non conoscere o non aver mai intonato ‘Tornerò’ o è senza memoria o un bugiardo.
A fine concerto il tradizionale spettacolo pirotecnico.
Il grido ‘Evviva San Rocco’, fa parte di noi, ed al termine della celebrazione religiosa di punta a cui farà seguito la processione del Santo accompagnata dalla banda di Monte San Giovanni Campano, risuonerà ancora nell’aria e riempirà i nostri cuori.
La messa solenne sarà celebrata alle ore 9.30 e sarà presieduta dal Reverendo Don Antonio Molle, Rettore del Santuario della Madonna di Canneto.
Lasciamo per qualche giorno la veste salottiera ed immergiamoci nella semplicità delle nostre contrade.
Facciamolo per noi, per tutte quelle persone che ogni anno si spendono per questa festa, riunite nel Comitato del SS.mo Crocifisso.
La cosa veramente difficile nella vita di paese non è sembrare intellettuale e intelligenti, ma usare con intelligenza la propria umanissima semplicità.
Evviva San Rocco!
articolo a cura di Monia Lauroni