In risposta a quanto pubblicato nei giorni scorsi dal nostro giornale, dall’ufficio stampa dell’I.N.P.S. riceviamo la nota che segue e che pubblichiamo integralmente e senza modifiche:
Il convitto “Principe di Piemonte” di Anagni, come gli altri convitti di proprietà, appartiene al patrimonio del Fondo Gestione Unitaria delle Prestazioni creditizie e sociali.
Il Fondo è alimentato dalle quote di retribuzione versate dai dipendenti e pensionati pubblici che vi sono iscritti (obbligatoriamente o volontariamente) e non attinge alla fiscalità generale; pertanto, le prestazioni che esso eroga sono riservate agli iscritti medesimi.
Tra le numerose prestazioni del Fondo (oltre 50) vi è il bando di concorso annuale, riservato a figli e orfani degli iscritti, per l’ospitalità in convitto e in semiconvitto presso le cinque strutture di proprietà.
Dopo la pubblicazione delle graduatorie dei vincitori, l’Istituto pubblica l’elenco delle disponibilità residue, ovvero quelle rimaste eventualmente vacanti nel caso in cui il numero dei posti in convitto sia superiore al numero dei vincitori del bando. Tali posti residuali sono messi a disposizione di utenti privati.
Posto che non risulta pubblicata la graduatoria del bando 2023/2024, riteniamo che il riferimento che l’articolo fa ad una limitazione dei posti residuali per gli utenti privati derivi dal fatto che la disponibilità messa a bando per il convitto Principe di Piemonte quest’anno è di 88 posti in convitto e di 58 in semiconvitto, mentre lo scorso anno era di 46 posti in convitto e 95 in semiconvitto.
Il numero minore di posti messi a bando lo scorso anno, tuttavia, era dovuto alle esigenze di distanziamento ambientale imposte dalla normativa conseguente alla pandemia Sars-Cov 19 e non all’intento di aumentare il numero di posti residuali.