Hanno fatto notizia i tagli ad alcune opere ferroviarie indispensabili per alleggerire la vita dei pendolari, che ogni mattina entrano nella Capitale con sempre maggiori difficoltà e disagi. A fronte di un aumento del fenomeno, dovuto anche all’esodo forzato nei paesi del Lazio di molti cittadini e cittadine non in più in grado di pagare i sempre più esosi affitti romani, il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini pensa bene di applicare prima del tempo “l’autonomia regionale differenziata”, dirottando risorse destinate alle opere ferroviarie del Lazio alle regioni del Nord.
Si tratta di un altro colpo alla mobilità pubblica della Capitale d’Italia e del Lazio, mentre hanno il coraggio di candidare Roma per Expò 2030 e nel 2025, quando ci sarà il Giubileo, si renderà ancora più faticosa la vita dei pendolari.
Scippati i fondi per il raddoppio della tratta Cesano – Vigna di Valle sulla Roma Viterbo, quelli per la chiusura dell’anello ferroviario di Roma, tra Valle Aurelia e Tor di Quinto e quelli per gli interventi sulle tratte Capannelle-Ciampino e Bagni di Tivoli-Guidonia.
Il ministro leghista, in coerenza con il progetto del suo sodale di partito Calderoli, dirotta fondi indispensabili per l’assetto ferroviario romano e laziale al Nord, fornendoci un assaggio di quello che avverrà se andrà in porto la legge Calderoli sull’autonomia differenziata.
Rifondazione Comunista, che da decenni si batte per il completamento dell’anello ferroviario di Roma, chiama in causa il Presidente della Regione Lazio su questo scippo governativo. Rocca non ha niente da dire? A settembre insieme a UP, alle associazioni dei pendolari e agli ambientalisti organizzeremo iniziative contro questo taglio devastante e per il miglioramento del trasporto pubblico in tutti i suoi aspetti.
nota stampa a cura di Loredana Fraleone, segretaria regionale di Rifondazione Comunista/SE – Lazio e di Maurizio Messina, responsabile trasporti regionale PRC/SE – Lazio