Potrebbe sembrare la scena di un film, tra inseguimenti rocamboleschi nel traffico romano, speronamenti e il solito bel finale dove vince sempre il buono.
Ma non lo è. È accaduto veramente ieri, venerdì 25 agosto.
Protagonisti: una pattuglia di agenti della Polizia locale del Gruppo Intervento Traffico in borghese impegnata nei controlli contro tassisti e NCC abusivi nel ruolo delle vittime. Seconda protagonista una donna trentenne italiana nel ruolo di una sorta di Diabolik al femminile.
Mettiamone anche un terzo, anche lui ha avuto il suo ruolo: il tassista che tra adrenalina e stupore si è sentito gridare dal sedile posteriore: “insegua quell’auto!”.
Roba per cinofili amanti delle americanate alla 007.
È successo, ed è successo realmente, che mentre gli agenti erano intenti a redigere un verbale, la ‘Eva Kant’ romana era invece intenta a ‘scegliere’ quale macchina rubare.
L’auto civetta evidentemente le è parsa la più ‘papabile’ tra le tante posteggiate e così è entrata nell’abitacolo ed è sfreccia davanti agli agenti in borghese.
Rimasti a piedi, i caschi bianchi si sono tuffati verso il primo taxi in transito e ordinato al conducente di inseguire l’auto. Dal taxi gli agenti, usando il cellulare, hanno chiesto rinforzi.
Inizia l’inseguimento. La donna preme il piede sull’acceleratore apparentemente senza meta, sicuramente ignara che l’autocivetta era dotata di geolocalizzatore.
Gira mezza Roma, con il taxi con a bordo gli agenti derubati sempre alle calcagne. Prima San Basilio, poi la corsa folle sulla Nomentana dove sperona un vigile in motocicletta che finisce in ospedale con un referto di cinque giorni di prognosi.
Ancora sferzate e via a tutto gas verso Piazza Sempione. Qui finisce l’avventura. La donna braccata è costretta ad arrendersi.
Ma prima di finire in manette, evidentemente ancora non appagata, aggredisce i due agenti. A suo carico furto e oltraggio a pubblico ufficiale. Per ora. Deciderà la Polizia giudiziaria.
Da Oscar.
articolo a cura di Monia Lauroni