di Paola Rolletta
È l’anno della Testa anatomica, non c’è alcun dubbio. Prima il restauro del capolavoro di Filippo Balbi, poi la Mostra alla Certosa di Trisulti con lo straordinario successo di pubblico testimoniato dal numero e dall’entusiasmo dei visitatori, adesso il lancio planetario del dipinto con la citazione della sua immagine nel film vincitore del Leone d’Oro a Venezia, Poor Things di Yorgos Lanthimos, che ne conferma il fascino misterioso e la perenne vitalità artistica.
In attesa di vedere nelle sale italiane l’opera del regista greco che racconta il riscatto di una “Bella” riportata in vita da uno scienziato folle che le regala la felicità educandola alla piena libertà, segnaliamo una coincidenza sorprendente: anche noi abbiamo scoperto le potenzialità cinematografiche, la natura “mutante” della Testa anatomica e dei suoi corpi che, da imprigionati che sembrano, si mettono in movimento per affermare la loro autonoma identità.
Tutto questo apparirà chiaro, infatti, nella sezione della Mostra che apriremo sabato prossimo, 16 settembre, alle ore 11 nella Foresteria della Certosa. Nella Camera delle Visioni allestita in questa parte dell’abbazia luogo dell’accoglienza e della fraternità, potremo scoprire cosa c’è dentro la Testa Anatomica di Filippo Balbi e nei pensieri intimi dei corpi che la compongono: cosa essi pensano, cosa sognano e cosa ci aiutano a sognare.
Attraverso algoritmi avanzati e modelli di apprendimento automatico, l’Intelligenza Artificiale viene utilizzata per generare uno straordinario universo di possibilità immaginifiche che si svelano di fronte ai nostri occhi cosicché la Realtà Virtuale si fonde con l’immaginazione, invitando il pubblico a immergersi nelle profondità delle creazioni artistiche come mai prima d’ora.
«Abbiamo scomposto – spiegano gli autori della “creazione”, i giovani professionisti del Collettivo Keiron, con il direttore artistico Valerio Murat, docente di tecnologie multimediali al Conservatorio Refice – la testa anatomica, disteso le fibre muscolari che costringevano i corpi in un’unica figura, abbiamo liberato il movimento e creato uno spazio infinito in cui i corpi e i pensieri aleggiano con lo stesso peso».
«La Mostra si arricchisce di nuovi contenuti, propone nuove esperienze, genera altre opere d’arte – commentano gli organizzatori della Mostra – sulla scia della geniale prefigurazione di un pittore che non è stato mai tanto “nostro” come in queste settimane durante le quali, grazie alla esposizione voluta e realizzata dall’Associazione Gottifredo, in collaborazione con il Museo di storia della Medicina della Sapienza e in accordo con la Direzione dei Musei del Lazio, tanti ne hanno visto il quadro più prestigioso restaurato e l’hanno fotografato, filmato e osservato con sorpresa e stupore».
Appena superato un terzo del percorso, sono già quasi diecimila i visitatori che hanno potuto avvicinare, per la prima volta, la “tavola” di Balbi, e certamente saranno ancora tante le persone che, prima del 29 ottobre, data di chiusura della Mostra, ammireranno il capolavoro di questo artista capace di sorprendenti, avveniristiche, illuminazioni.
Adesso anche il grande cinema di un grande regista, nel film vincitore di una delle sue manifestazioni internazionali più importanti, lo ha scoperto, facendone un’immagine iconica del lucidissimo delirio della sua narrazione.
La Camera delle Visioni, alla Certosa di Trisulti – nella Mostra “Il corpo e l’idea, la Testa anatomica di Filippo Balbi” – fino al 29 ottobre. La Mostra, nella quale è esposta “La Testa anatomica” restaurata per l’occasione, è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 18. La Camera delle visioni è visitabile dal venerdì alla domenica o tutti i giorni per le scuole, gli enti patrocinatori e gli sponsor, previa prenotazione. Tutte le informazioni sul sito.