di Monia Lauroni
8 ottobre 1967.
“A Veroli nel Lazio, Beata Maria Fortunata (Anna Felice) Viti, dell’ ordine di San Benedetto, che per quasi tutto il corso della sua vita svolse l’ incarico di guardarobiera, intenta solo ad osservare con tutto il cuore i precetti della regola”. Così si legge nel Martirologio Romano.
Anna Felice, una vita umile, nascosta “insignificante”. Dall’ età di 24 anni rinchiusa nel convento delle ” monache buone “, il Monastero di Santa Maria dei Franconi. Si spense in silenzio a 92 anni. Era il 1922. Il giorno dopo la morte venne seppellita in fretta nella fossa comune.
Pare che in quell’ epoca, le suore appartenenti all’ ordine benedettino venissero seppellite senza targa di riconoscimento. Si narra però, anche se non sembrano pervenute testimonianze certe, che per Anna Felice, qualcuno straordinariamente incollò una targa con il nome alla sua bara. Non passò molto tempo che l’ ipotesi che quella strana suora fosse stata eletta dal Signore per compiere attraverso di lei i suoi prodigi, iniziò a far eco per l’ intero paese.
Tanti furono, per i credenti, i miracoli che si verificarono sulla sua tomba e qualcuno iniziò ad attribuirle azioni miracolose addirittura mentre era in vita.
Correva l’anno 1935 quando il Vescovo di Veroli, decise che quel corpo doveva essere recuperato dalla fossa comune e “riconsegnato” al monastero. “In quel giorno del ’35, durante la traslazione, ci fu un tripudio – narra Vittorio Andreoli nel libro ” Follia e Santità, in cui un intero capitolo tratta della Beata verolana sulla base di documenti storici recuperati dal Dottor Alfredo Gabriele negli archivi – In un paesino come Veroli, ventimila persone accorsero e si creò una processione infinita. Dentro la chiesa, lungo la strada, la folla si assiepava quieta e commossa. Volevano vedere il suo corpo”.
La narrazione di Andreoli trova conferma nelle cronache di quel lontano 1935 apparse su qualche giornale dell’epoca. Per l’ occasione la chiesa del monastero, contrariamente alle abitudini, rimase aperta tutta la notte. Da quel giorno Veroli visse nella spasmodica attesa della beatificazione di Anna Felice Viti avvenuta a Roma l’8 ottobre del 1967 per volere di Paolo VI.
Una celebrazione che coinvolse l’intero paese, centinaia di pellegrini giunti a Roma dalle più diverse contrade accendevano di giallo e di rosso gli austeri porticati laterali di piazza San Pietro. Era appena l’alba di quella mattina ottobrina che già la piazza romana aveva i colori e le voci di Veroli.
Nella basilica l’addobbo delle grandi cerimonie e una folla incontenibile per rendere omaggio alla prima Beata verolana.
Per il 56esimo anno dalla Sua beatificazione, Veroli celebrerà il giorno 8 ottobre alle ore 11.15 una Messa Solenne in Suo onore nel Duomo di Sant’Andrea Apostolo. Al termine la statua della Beata, traslata dallo scorso giovedì dalla chiesa del Monastero Benedettino tornerà processionalmente nella sua dimora.
Nella stessa mattinata, alle ore 10.00, eccezionalmente, i più piccoli potranno conoscere il monastero delle suore di clausura Santa Maria de’ Franconi.
Sono storie queste, che hanno diritto all’immortalità. I luoghi vivono di emozioni.