di Monia Lauroni
In azione uomini e mezzi per cercare di contenere le fiamme sulle cime del Siserno tra Castro ed Amaseno.
A giudicare dal fumo che si solleva dalle cime pare essere di grosse dimensioni.
Anche nella mattinata di oggi nessuna tregua per i domatori del fuoco. Un altro incendio, per fortuna subito spento, aveva interessato la zona montana tra Giuliano e Villa Santo Stefano.
“E’ stata altissima fino al pomeriggio di ieri, martedì 10 ottobre 2023, l’attenzione su Monte Radicino. Il brutale incendio divampato lunedì scorso, prima sul versante ferentinate del monte per poi spostarsi su quello alatrense, ha visto immediatamente in azione i Vigili Del Fuoco, le squadre dei volontari del Gruppo Comunale di Protezione insieme alle odv alatrensi, coordinate dal Comandante della Polizia Locale, Nicola Bucciarelli. E’ stato necessario anche il supporto di mezzi aerei.
“Momenti difficili e concitati. Il vento, purtroppo, ha favorito il propagarsi delle fiamme in più punti molto velocemente rendendo le operazioni di spegnimento più complicate e pericolose per tutti gli operatori che, oltre a arginare e domare le fiamme, con tutti i mezzi possibili, hanno anche evitato che queste potessero raggiungere le abitazioni. Un ringraziamento particolare va a tutti gli uomini e le donne, di Alatri e dei comuni limitrofi, che hanno lavorato incessantemente, con coraggio e spirito di collaborazione. Il bilancio dei danni è ancora incerto. La sola certezza è la drammaticità dell’accaduto che inevitabilmente ferisce tutti noi nel profondo e che deve, ancora una volta, far riflettere”
Sull’incendio di Monte Radicino è intervenuto anche Luciano Fiorini, esponente del PSI: “l’incendio doloso che da ieri sta devastando monte Radicino rappresenta una barbarie immane. E’ l’agghiacciante riprova della meschinità umana. Ettari e ettari di macchia mediterranea a fuoco, habitat ed ecosistema letteralmente spazzati via dalla lucida criminalità di chi ha appiccato, con dolo, il fuoco. Chiedo al Prefetto, chiedo alle istituzioni, non ultimo l’assessore all’ambiente della Regione Lazio, di procedere con indagini serrate al fine di assicurare alle patrie galere gli autori di questo atto criminale. Invoco la reprimenda pecuniaria per chi si è macchiato di questo gesto scelerato. Non è ammissibile che le indagini si chiudano con un nulla di fatto o un non luogo a procedere. Moralmente è inaccettabile che si consenta a questi criminali di farla franca. Chiunque ha visto o fotografato chi ha appiccato il fuoco, deve fare il proprio dovere di cittadino e denunciare alle autorità competenti; non si renda complice di un simile insulso gesto. No all’omertà, no alla silente complicità. Invito i sindaci della zona ad istituire una commissione intercomunale per iniziare, dato che fino ad oggi non è stato fatto nulla da nessuno, a proteggere il nostro patrimonio boschivo. Si a sanzioni pecuniarie immediate per chi commette atti contro l’ambiente. Si valuti la costituzione di attività di monitoraggio con droni e immagini satellitari dell’intero comprensorio pre-appenninico. Si usino i fondi del PNRR per prevenire e proteggere il nostro ambiente, non per le solite attività opinabili. E’ evidente che, con la drammatica e incombente catastrofe climatica in corso, i 30 gradi costanti ad ottobre dovrebbero far riflettere tutti, c’è poco tempo per agire rapidamente. Natura non facit saltus, ma appare evidente che la mediocrità coeva non è ancora soddisfatta dei danni prodotti, se si continua di questo passo il futuro che ci aspetta è la
desertificazione.