di Nello Di Giulio e Guglielmo Viti
Le nove antiche epigrafi comunali, dimenticate da tempo ad Osteria della Fontana e portate in sicurezza nei giorni scorsi – riferito nell’articolo di snagnia.com del 19 ottobre – costituiscono un patrimonio di storia e di valori che “ci appartengono” e che vanno pienamente riconsegnati alla comunità cittadina, come anche ai visitatori che da ogni dove arrivano per conoscere e rivivere la storia di Anagni.
Pur nella loro eterogeneità temporale – la lapide più antica è del 1883 (salvo un’iscrizione del 1844) e la più recente del 1950 – il loro ricorrente riferimento è a fatti e personaggi protagonisti negli ultimi due secoli di storia che gli amministratori anagnini vollero celebrare eternandone la memoria, appunto, su lapidi di marmo.
Parliamo di benefattori della città come Ruggero Bonghi che volle la realizzazione del Collegio femminile Regina Margherita o Leone XIII che – riconosciuto del titolo di patrizio anagnino – decise di destinare importanti somme per la città di Anagni partecipando – tra l’altro – alla realizzazione del civico ospedale, come pure ebbe a fare il prodigo sindaco Vincenzo Giminiani. Seppur per altro verso, parliamo anche dell’amato sindaco Giovanni Giminiani, artefice della ricostruzione post bellica di cui non possiamo non ricordare l’elegante e raffinata architettura di ponte Miobello.
Altre lapidi celebrano indiscussi protagonisti dell’Unità d’Italia nelle persone di Vittorio Emanuele II (a cui è notoriamente intitolato il corso centrale della città) e di Giuseppe Garibaldi (“A Giuseppe Garibaldi eroe leggendario del Risorgimento italiano. La città di Anagni, III giugno MDCCCXXXIII -lapide ancora dispersa-) che stazionò per molto tempo ad Anagni arruolando valorosi concittadini nella difesa della Repubblica Romana. Non da meno, altre epigrafi riportano a memoria grandi avvenimenti come la visita della regina Margherita di Savoia per l’inaugurazione del prestigioso Convitto Nazionale o la fastosa celebrazione del VI centenario della morte del Sommo Poeta che si tenne alla presenza di molte personalità della politica e della cultura, tra cui il grande filosofo del liberalismo Benedetto Croce.
Storia d’Italia e storie di Anagni scolpite su marmo che è giusto che tornino, restaurate, totalmente alla pubblica memoria nei luoghi simbolo dei personaggi ricordati e degli avvenimenti celebrati.
Luoghi della città di ogni giorno, luoghi di tutti cittadini e di ogni turista senza dover attendere aperture programmate o staccare biglietti d’ingresso.
Ed è così che l’epigrafe “A ricordo delle insigni benemerenze di Leone XIII verso la città di Anagni al cui patriziato appartenne” del 3 06 1905 troverebbe giusta collocazione in ingresso dell’omonima breve via che conduce verso la Cattedrale; quella “A Ruggero Bonghi fondatore del Collegio Regina Margherita” del 22 aprile 1906 riceverebbe pari ragione d’essere nel largo antistante il pregiato edificio convittuale; quella dedicata alla celebrazione del VI anniversario della morte di Dante Alighieri, datata 13 febbraio 1921, troverebbe naturale collocazione nell’intima piazza intitolata al Sommo Poeta nel quartiere Trivio e –ancora a titolo di esempio – quella dedicata a Giovanni Giminiani “Sindaco illustre della città…” troverebbe altra giusta collocazione nel cuore del quartiere Piscina di fronte all’ex sede dell’ufficio postale. Cosi continuando per ogni altra, la città si gioverebbe di una particolarissima forma di storytelling che sarebbe ad interessare ed arricchire culturalmente i suoi principali quartieri offrendo la lettura di antiche lapidi di cui si era pressoché persa ogni memoria.
Ogni altra ipotetica collocazione, seppur ragionevole, non esprimerebbe pari grado di contestualizzazione e, soprattutto, non potrebbe massimizzare la pubblica funzione di memoria di uomini e di valori che hanno nei secoli forgiato la comunità anagnina.
La città odierna nasce e si alimenta con radici assai profonde – tra cui quelle appena rinvenute – alle quali sentiamo il dovere di prestare cura ed attenzione per rinsaldare i valori di comunità dell’oggi e meglio sostenere il prossimo domani per le generazioni che verranno.