di Monia Lauroni
È lì seduta all’angolo.
Il viso rivolto verso lo spigolo delle pareti. Pareti rosse. Difficile distinguere se quel vermiglio sia sangue o sia forza. Forse entrambe. Come è difficile da capire se quella donna è stata una vittima. Una delle tante, una di troppo.
Mostra la schiena, una schiena che non porta lividi, bellissima, sensuale, carnale. Non ha paura di esprimere il suo eros in quel rosso terso e sgargiante come le prime ciliegie sui rami.
È la Donna dell’artista Ornella Ricca. Ornella è una donna, l’archetipo della donna forte nonostante la sua minuta costituzione, libera, intelligente, determinata. Ornella è un’artista.
Il dipinto dal titolo “25 novembre” è un olio su legno e come il legno non nasconde i tagli. Li lascia liberi di cicatrizzare, li mette al sole perché si asciughino, non li copre ma li offre allo sguardo di chi osserva.
La Donna di Ornella potrebbe essere una sopravvissuta oppure una vittima. O niente del genere. Nessuno può vedere il suo sguardo, nessuno sa se piange o pensa. Nessuno.
Solo lei, chiusa tra mura e braccia, mura che a volte soffocano altre cullano così come le braccia.
Non c’è immobilità nella Donna di Ornella, ma c’è un sottile movimento. In quel racchiudersi agli occhi, un gesto, uno solo non tace. Anzi racconta il bisogno di andare avanti, di scappare, di fermare con tutta la forza quello che accade dentro e oltre quelle pareti.
Si legge tutto in quella gamba che non sta in asse, spinge, si fa barriera e fulmine se occorre.
Qui la solitudine non è abbandono ma pensiero, e i colori sono quelli della terra crudi e veritieri come il freddo d’inverno o il caldo in una giornata d’estate.
La Donna di Ornella è un fiore aperto alle trasmigrazioni degli insetti. Si integra in tutto ciò che profondamente non è ed in quello che le è accaduto.
In una sola figura c’è spazio interno e spazio esterno: il corpo come spazio intimo, la parete come contrappunto a quello che è un ritratto dello spirito.
Un linguaggio che vive al di là della vanità in cui inevitabilmente finisce per cadere una pittura d’immagine. Qui c’è altro, c’è una storia che supera l’usura sbadata dei giorni. Giorni di lotte, di ingiustizie, di bisogno di cambiare il mondo.
C’è una realtà in quella bellezza. Nascosta nei limiti di uno spazio fisico finito e di un tempo lineare ricco di possibilità.
“25 Novembre” è stato scelto dal Comune di Ceccano per farne manifesto delle manifestazioni per la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne.
Due Donne, Ornella e la sua Donna. Meravigliose.