di Nello Di Giulio
In una mattinata di sole quasi primaverile si è svolto un insolito evento culturale – fortissimamente perseguito dell’architetto Antonio Centra, direttore del M.A.C. – che consegna una straordinaria opera d’arte a questo lembo di campagna anagnina che racconta grande storia millenaria.
In programma vie era l’inaugurazione dell’opera “Volto del Cristo di Villamagna” realizzata on site dallo scultore Sergio Lombardi di Castro dei Volsci al termine di un impegnativo lavoro avviato nella calda estate dello scorso anno.
Una grande roccia affiorante lungo il viale che conduce al museo era lì da millenni ed attendeva – a detta dell’architetto Centra – di “tornare a raccontarsi con qualcosa di grande”.
Ieri mattina, sabato dell’antivigilia di Natale 2023, intorno alle undici, quell’inafferrabile visione di Antonio Centra, si è plasticamente concretizzata mostrando ai numerosi ospiti quel volto del Cristo sofferente emerso dalla roccia modellata dalle sapienti mani del maestro Lombardi.
In questi luoghi dove un tempo passeggiavano o cacciavano imperatori degli Antonini e dei Severi ospiti della Villamagna dell’impero – di cui, di Marco Aurelio, abbiamo ascoltato stamane una tipica giornata d’autunno – una grande pietra ricoperta di terra e detriti scesi dal colle, amputata e scorticata dalle moderne macchine agricole, sembrava – nel racconto dell’architetto Centra – che avesse totalmente dimenticato la sua antica presunta funzione di “ara sacrificale” dedicata ad Ercole, figlio di Alcmena e di Zeus. A supporto delle tracce di storia numerosi reperti rinvenuti nei pressi, tra cui alcuni a forma di ciotole che parrebbero accreditare proprio l’antico rito dell’offerta del sangue sacrificale agli dei.
Dalla mitologia alla giornata di oggi il salto temporale è millenario ma l’architetto Centra voleva assolutamente recuperare quell’anima dell’antica roccia e, attraverso il mazzuolo e lo scalpello di Sergio Lombardi, ridare continuità alla storia con l’emersione del volto del Cristo proprio laddove, un tempo, il rito era strettamente pagano. Insomma, una storia molto simile a quel sorgere delle nostre chiese sopra i ruderi di antichi templi degli dei.
Toccanti le parole molto appropriate di padre Efraim Mora Garcia – formato dall’Istituto Teologico Leoniano della Calzatora e parroco nelle città di Sgurgola e di Gorga – al momento della benedizione dell’opera “… la ricerca della bellezza ci può salvare quando vediamo in questi giorni nel mondo purtroppo cose bruttissime, fatte da noi uomini. Mentre ci sono questi momenti molto belli che rivalutano la nostra vera vocazione che è quella della bellezza anche di questo luogo; la storia di questo Cristo, così chiamato, Cristo di Villamagna è davvero una storia molto interessante…”.
L’autore Sergio Lombardi, fresco del premio Gustavo Adolfo Rol ricevuto a Pinerolo (TO) per “Rare abilità nella realizzazione di opere in marmo, dove traspare estro, fantasia e originalità”, oltre che artigiano del marmo di seconda generazione, si è formato presso il Liceo Artistico di Frosinone e vanta riconoscimenti in Italia e all’estero. Tra i coadiutori nel cantiere di Villamagna, il giovane Cristian Petrucci e l’infaticabile Adriano Stella.
Dopo l’evento inaugurale e un bucolico intrattenimento di mezzodì, la giornata è proseguita con la presentazione della raccolta di poesie di Luigi e Tony Centra “Acquazzoni” e il conferimento di attestati ad artigiani ed artisti con opere in esposizione.
All’attore cinematografico e teatrante Maurizio Mattioli e allo scultore Sergio Lombardi è stata consegnata la preziosa statuetta della “Dea alata” del Premio Internazionale Grande Artisti creato del Maestro Luigi Centra.
Il Cristo di Villamagna e il Museo Arte Contemporanea L. Centra sono visitabili, con guida del direttore, in forma organizzata su prenotazione.
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“Cristo di Villamagna” (poesia di Tony Centra 5 dicembre 2022)
La terra chiamava / il Cristo / stanco di udire lamenti, / frantumava la pietra pagana / mostrava il Suo volto / lavato da lacrime di pioggia e / asciugato da un sole povero / che continua con grande fatica / a illuminare volti / ipocriti e falsi.