Il Palazzo Marchesi Campanari di Veroli ospita fino a metà aprile prossimo la mostra “Antichi popoli italici: gli Ernici, i Volsci e gli altri” a cura di Massimo Osanna e Luigi La Rocca allestita nelle nove sale del piano terra della splendida dimora settecentesca un tempo di proprietà di un’importante famiglia dell’aristocrazia di Veroli e oggi di proprietà comunale.
Sono oltre 300 i pezzi che raccontano vari aspetti della vita delle genti italiche che hanno abitato nel territorio tra i monti Ernici, le valli dei fiumi Sacco e Liri e la pianura pontina, oggi ricadenti nelle province di Frosinone e Latina: un racconto di un mosaico di culture che si snoda per oltre quattro secoli precedenti alla conquista romana ed è affidato all’esposizione di contesti di scavo in gran parte inediti, venuti alla luce negli ultimi decenni dai territori di Anagni, Frosinone, Pofi, Latina e finora conservati nei depositi dei musei.
Nei giorni scorsi la mostra ha ricevuto la visita di un folto gruppo di guide turistiche operanti – perlopiù – sul territorio della provincia di Frosinone; ad accogliere, la dott.ssa Francesca Della Porta, coordinatrice dell’esposizione e direttrice del Museo archeologico civico di Veroli.
Il percorso espositivo spazia dal ricco corredo di una sepoltura di bambino della fine del settimo secolo a.C. da Anagni, ai reperti delle sepolture di quinto e quarto secolo a.C. da piazzale de Matthaeis a Frosinone; dai corredi delle tombe a fossa in cassa lignea della necropoli di Fortore Derupata a Pofi, rinvenute nell’ambito di indagini di archeologia preventiva, a quelle del villaggio preromano di via Landolfi a Frosinone, dove le sepolture si affiancano alle strutture abitative, fino a una selezione di reperti della necropoli di Poggio dei Cavalieri di Satricum (Borgo le Ferriere – Latina), contesti funerari accumunati dalla presenza delle tipiche anforette “laziali” a impasto bruno.
Tra i materiali relativi alla sfera del sacro, una selezione di offerte votive in terracotta, metallo, osso e pasta vitrea dai santuari anagnini di S. Cecilia e Osteria della Fontana, tra cui si distingue un’olla in bucchero grigio con iscrizione in dialetto ernico, oltre a un importante nucleo di elementi architettonici provenienti dal centro storico, presentati per fasi cronologiche e affiancati alle lastre fittili decorate con motivi vegetali di ambito etrusco-latino del tempio della Mater Matuta di Satricum. Una sezione della mostra è dedicata all’esposizione di materiali recuperati negli Stati Uniti grazie all’azione svolta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale tra il 2021 e il 2022: oggetti di straordinaria bellezza, privati del contesto di provenienza, ma rinvenuti con ogni probabilità in area etrusca o laziale, dove, tra il 600 e il 450 a.C., questi prodotti erano importati dalla Grecia per il loro pregio artistico.
L’esposizione è resa fruibile al pubblico anche grazie all’importante apporto fornito dal locale ufficio Pro Loco, coordinato dal presidente Gianluca Scaccia, e dai ragazzi del Servizio civile che tengono aperta la mostra e che puntualmente e con cortesia accolgono i visitatori che ogni giorno, sempre più numerosi, giungono a palazzo Campanari. Questi i loro nomi: Chiara Giovannetti, Marika Marcoccia, Enrico Carinci, Federico Marini, Elettra Lauroni, Lucia Cerelli e Gianmarco Miranda.