Avrebbe avuto rapporti sessuali in cambio di regali con alcuni ospiti di una comunità di Sant’Ambrogio sul Garigliano che si occupa dell’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. A finire prima sul banco degli imputati e poi, come riporta Il Messaggero, condannata a due anni di reclusione per induzione alla prostituzione minorile è stata una donna – oggi 41enne – che all’epoca lavorava come cuoca.
Tra i regali elargiti, secondo l’accusa – una felpa griffata, un cellulare, 50 euro. La donna, quando aveva 33 anni, dal dicembre 2015 all’aprile del 2016 avrebbe approfittato sessualmente di alcuni ospiti, portandoli anche in hotel.
Il pubblico ministero romano Antonio Calaresu ha portato alla luce almeno tre casi di adolescenti coinvolti nella vicenda. In particolare si è rivelata particolarmente utile ai fini dell’indagine la testimonianza di un 17enne egiziano che ha raccontato di avere una storia con un’operatrice del centro, arrivando anche a mostrare alcune foto a un collega di lei.
“Ho saputo in quella circostanza che non era la prima volta che si intratteneva sessualmente con gli ospiti della comunità”, ha spiegato una delle responsabili del centro. “In particolare mi veniva riferito, come peraltro confermato da una foto girata su WhatsApp e scattata presumibilmente in un albergo che la stessa aveva avuto intimità con un altro ospite, un ragazzo egiziano nato nel 1997, ospite nella nostra struttura fino a febbraio 2015“.
Oltre alla condanna a due anni di reclusione, i giudici hanno disposto la sua interdizione dai pubblici uffici.