Dalle Associazioni Legambiente Frosinone – Circolo “Il Cigno”;
Frosinone Bella & Brutta; Rigenesi; zerotremilacento e Ci vediamo in Provincia riceviamo la nota che segue e che pubblichiamo in forma integrale e senza modifiche:
Ancora costruzioni e palazzi a Frosinone mentre si costruisce anche vicino la Chiesa del Sacro Cuore, in via Tiburtina e chissà dove altro ancora; in un capoluogo che, secondo le stime degli anni ’60 e ’70, avrebbe dovuto attrarre nuovi residenti e superare i 100.00 abitanti (come Latina, che però i 100.000 abitanti li ha realmente superati), mentre ristagna intorno ai 45.000 e ogni anno ne perde circa mille.
Ora 34.000 metri cubi di cemento armato andranno a coprire 12.000 metri quadrati di suolo per quello che la stampa locale definisce un nuovo luogo d’incontro: Il Nuovo Complesso Residenziale “I PORTICI”, proprio a ridosso della Villa comunale e dell’area dove, non molti anni fa, furono ritrovati resti di un impianto termale pubblico dell’antica Frusino e addirittura di villaggi risalenti al XII secolo avanti Cristo.
E’ vero, nell’area del nuovo fabbricato non insistono reperti degni di nota e dopo le indagini la Sovrintendenza ha rilasciato il proprio parere. Ma c’è un fatto: nell’area adiacente a quella edificabile, dove non sono previste costruzioni, è molto presumibile, stando a relazioni della Sovrintendenza, che si trovino tracce delle terme, ovvero la continuazione dei resti già “abbelati”, nel 2007.
Anni di battaglie da parte di associazioni e di cittadini del territorio non sono valsi ad evitare l’ennesima costruzione e occupazione di suolo (ma chi compra queste case, visto che gli abitanti del capoluogo diminuiscono ogni anno? – viene naturale chiedersi), o almeno ad accettare la legittima richiesta di riportare alla luce e valorizzare ciò che rappresenta realmente la cultura e la storia di questa sfortunata città!
Quello che associazioni e cittadini intendono fare è, dunque, proseguire l’azione di cittadinanza attiva, esprimendo una legittima preoccupazione per la futura integrità dei resti archeologici presenti nell’area o di quelli che eventualmente potrebbero venire alla luce oggi, e insistendo per una loro debita tutela, sia in modo diretto che indiretto, anche nel rispetto dei vincoli imposti dalle leggi vigenti.
Si intende rappresentare l’esigenza che un tale patrimonio sia adeguatamente valorizzato per l’importanza che esso riveste dal punto di vista archeologico, ma soprattutto culturale, storico e identitario per la città di Frosinone. Troppo spesso in passato il patrimonio archeologico di Frosinone è stato deturpato e compromesso per sempre (vedi la costruzione di palazzi sui resti di un anfiteatro romano negli anni ’60).
Le associazioni e i cittadini vorrebbero dunque sapere:
- perché dopo il rinvenimento dei primi resti dell’impianto termale la campagna di scavi abbia subito un arresto;
- dove siano conservati i reperti trovati durante gli scavi eseguiti nel 2000 e nel 2007 (monete, ecc.), nonché le schede relative agli scavi stessi;
- se tutti gli Enti pertinenti dello Stato, dalla Regione al Comune, abbiano accertato che l’area occupata dal privato sia rispettosa di tutte le leggi con i relativi vincoli.
Si invitano inoltre tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti a mettere in campo le necessarie risorse, sia economiche che di intelligenza, al fine di recuperare e valorizzare tale area archeologica per il bene dell’intera città. La pubblica fruibilità di un’area archeologica accrescerebbe il valore economico del territorio, con conseguente beneficio sia per la classe imprenditrice che per i cittadini ed il capoluogo si arricchirebbe di un patrimonio che la renderebbe più attraente accrescendo il senso di appartenenza al proprio territorio e l’attrattività turistica.
Ci appelliamo poi all’amministrazione comunale, ai consiglieri di maggioranza e di opposizione affinché si prenda finalmente atto della urgente necessità di una radicale revisione degli strumenti urbanistici nella direzione dell’azzeramento del consumo di suolo in una città che è al terzo posto nel Lazio quanto a percentuale di suolo consumato. Proseguire con le edificazioni a Frosinone non è solo insensato in ragione del vistoso calo demografico e della migrazione di tanti giovani frusinati verso altre città; la creazione di ulteriori edifici residenziali infatti non farà altro che scoraggiare la riqualificazione architettonica ed energetica del patrimonio edilizio esistente, accentuando la perdita di valore degli immobili che in città ha già raggiunto livelli tali da generare un impoverimento significativo dei proprietari di case, che rappresentano peraltro una larga fetta della cittadinanza. La lotta contro il consumo di suolo si configura quindi anche come una battaglia per una maggiore equità sociale, in quanto l’ulteriore disponibilità di immobili nuovi di maggior pregio non farà che accentuare la forbice fra chi può permettersi di pagare prezzi esorbitanti per una casa e chi non riuscirà più a valorizzare adeguatamente gli appartamenti di proprietà che tanti frusinati hanno avuto in eredità dai propri genitori.
Infine, non possiamo non ricordare che la perdita di suolo naturale nelle città è deleteria sotto il profilo della perdita di servizi ecosistemici e di biodiversità, ostacola l’assorbimento delle acque meteoriche e la ricarica delle falde acquifere, aumenta i rischi idrogeologici e la gravità delle inondazioni durante i sempre più frequenti eventi meteo estremi, e rende più arduo l’adattamento ai cambiamenti climatici a causa della intensificazione dell’effetto isola di calore, peraltro in una città come Frosinone che è una delle più affette in Italia dalle ondate di calore estive.