di Giorgio Stirpe
Come spiegare una sconfitta così pesante dopo una partita per un tempo dominata? Così è per il Frosinone da inizio stagione, una squadra capace di mettere alle corde chiunque e per lunghi tratti, e contemporaneamente rimanere vittima delle proprie amnesie e debolezze che nei 90′ non mancano mai.
È accaduto anche contro la Roma che è passata allo Stirpe con un rotondo 3 a 0 che non rispecchia quanto fatto vedere in campo.
Di Francesco ha schierato un Frosinone leggermente più compatto a centrocampo con Brescianini al fianco di Mazzitelli (turno di riposo per Barrenechea), e Gelli sulla trequarti, a sinistra, pronto ad accorciare in mezzo, rinunciando dunque ad un po’ di qualità per qualche muscolo in più e corsa nella zona nevralgica, anche per creare superiorità numerica rispetto al duo romanista Paredes-Cristante. Dal 1′ si è rivisto Reinier al fianco di Soulè e Kaio Jorge, per un attacco tutto sudamericano. Come consuetudine la squadra di Di Francesco partita a testa alta affrontando all’avversario senza rumori reverenziali, tentando di imporre il proprio gioco e di offendere. Un marchio consolidato ormai per la formazione di Di Francesco. Nei primi 30′ i canarini hanno imperversato a destra con Soulè che per due volte nel giro di un minuto, è andato vicino al vantaggio. Nella seconda occasione il giovane portiere Svilar si è superato arrivando con le punta delle dita sul sinistro velenoso del giallazzurro. indirizzato all’angolino. Poi Reinier ha sprecato di testa da buona posizione. A sfiorare il gol poi anche Brescianini e alla mezz’ora l’incredibile triplo tentativo di Kaio Jorge nell’area piccola e l’urlo strozzato di gola dello Stirpe perché il gol sembrava fatto.
Si è visto dunque un ottimo Frosinone che ha praticamente dominato, rischiando in una circostanza con un tiro di Lukaku.
Un vero e proprio tiro al bersaglio da parte dei giallazzurri che avrebbero meritato il vantaggio è invece come spesso accade nel calcio una pregevole azione personale del centrale difensivo della Roma Huijsen, fischiato dall’inizio della gara ad ogni tocco del pallone per via del suo rifiuto di venire al Frosinone a gennaio, ha portato in vantaggio gli ospiti al minuto 40′.
De Rossi ha fiutato il pericolo, ha capito che probabilmente la sua Roma non avrebbe potuto ulteriormente reggere questa pressione da parte del Frosinone, e così ad inizio ripresa ha lasciato fuori Lukaku inserendo Pellegrini. Con un centrocampista in più i giallorossi hanno avuto modo di avere più possesso palla già dal fischio d’inizio e per i ciociari è stato più difficile costruire azioni da gol. Di Francesco allora, dopo 22′ minuti, ha inserito più qualità sulla trequarti con Harroui e Caso, e Cheddira punta centrale al posto di Kaio Jorge: mosse indispensabili per ravvivare la manovra in attacco giallazzurra. La mossa però non ha sortito gli effetti sperati perché la Roma un paio di minuti dopo ha raddoppiato (72′) con Azmoun complice le maglie troppo larghe di un centrocampo che ha lasciato troppo spazio a Cristante e una respinta difettosa di Turati proprio sui piedi dell’attaccante iraniano. I padroni di casa, in stato confusionale, hanno anche lasciato la terza rete a giallorossi firmata da paredes su calcio di rigore (mano di Okoli sul tiro di Baldanzi) al minuto 81′. Risultato che sicuramente, va ribadito, non ha rispecchiato quanto visto e in campo.
Lo stadio lo ha capito e la curva ha invitato i calciatori a fine gara ad avvicinarsi per prendere gli applausi.
LE PAROLE DI EUSEBIO DI FRANCESCO
Primo tempo strepitoso, il migliore della stagione, dovevamo essere in vantaggio e invece siamo andati al riposo sotto, puniti da un giovane centrale di difesa che mi aveva chiamato per venire a Frosinone e invece poi è andato alla Roma. Non possiamo dominare 90′, non abbiamo concretizzato e questo ci ha penalizzati. Ricordiamoci da dove siamo arrivati, abbiamo da tanto difensori fuori causa, ma oggi abbiamo giocato nella metà campo degli avversari, abbiamo saputo difenderci ma poi concedere occasioni a grandi squadre è sempre pericoloso. Dal punto di vista tecnico tattico alla fine del primo tempo ho fatto i complimenti alla squadra. Nella ripresa la Roma ha cambiato modo di giocare e la partita è cambiata.
LE PAROLE DI DANIELE DE ROSSI
Le scelte iniziali non sono state felicissime, ho sbagliato io, cambiando un modulo che stava andando bene, ho avuto un giorno solo per rivedere l’assetto e ho sbagliato. Quando tutti i calciatori giocano male è colpa dell’allenatore. Huijsen ha fatto una grande partita, così come Svilar che ci ha salvati nel primo tempo, avrà lo spazio che merita.
IL TABELLINO
FROSINONE (4-2-3-1): Turati; Lirola (22’ st Caso), Monterisi, Okoli, Valeri; Brescianini (22’ st Harroui), Mazzitelli; Gelli, Reinier (30’ st Barrenechea), Soule (42’ st Seck); Kaio Jorge (22’ st Cheddira). A disposizione: Cerofolini, Frattali, Pahic, Baez, Ibrahimovic, Kvernadze. Allenatore: Di Francesco.
ROMA (4-2-3-1): Svilar; Kristensen (22’ st Celik), Mancini, Huijsen (1’ st Llorente), Angelino (37’ st Smalling); Paredes, Cristante; Baldanzi (37’ st Aouar), Azmoun, El Shaarawy; Lukaku (1’ st Pellegrini). A disposizione: Rui Patricio, Boer, Karsdorp, Renato Sanches, Dybala, Spinazzola, Bove, Zalewski Allenatore: De Rossi.
Arbitro: Antonio Giua di Olbia
MarcatorI: 38’ pt Huijsen (R), 26’ st Azmoun (R), 36’ st Paredes (R) rigore