Frosinone: una città da anni sotto assedio del rischio di edificazione di un biodigestore di 50.000 tonnellate annue di rifiuto umido organico (FORSU) pericolosamente estensibile a 90.000. Frosinone si sta impegnando in ogni direzione per il contenimento dell’inquinamento aereo da polveri sottili, tanto elevate e rappresentate da renderla maglia nera tra i Capoluoghi di Provincia per sforamenti delle PM 10 superiori alla norma nel 2023 e che ad oggi, 24 febbraio 2024, con 34 giorni di sforamento ha praticamente raggiunto il limite dei 35 ammessi per l’intero anno in corso.
Il biodigestore aggiungerebbe ulteriori polveri sottili prodotte dalla enorme caldaia a gasolio necessaria per il funzionamento dello stesso, con attività continuativa 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno oltre quelle prodotte dai mezzi pesanti addetti al trasporto dell’immondizia in entrata ed uscita dall’impianto. Esplicitiamo che, a causa delle incomprimibili emissioni fuggitive di azotati e solforati proprie dei biodigestori, le polveri già esistenti si trasformano in particolato secondario, a creare smog fotochimico e, a seguire, aumento della patogenicità per le malattie respiratorie. Nonostante ciò, proprio in questi ultimi tempi assistiamo increduli all’ ulteriore e inattesa richiesta di SOLLECITO alla Regione Lazio per l’ottenimento dell’autorizzazione, inoltrata dal proponente in data 17/01/2024.
Desta inquietudine e preoccupazione, che la Regione Lazio ancora accolga documenti a colmare carenze, quando già da anni il procedimento doveva essere chiuso. Invece in data 7 febbraio 2024 è stato prodotto e pubblicato sul box Regionale un ulteriore Parere Tecnico di cui evidentemente il fascicolo era privo, accompagnato da un’ulteriore diffida del proponente per giungere all’autorizzazione.
E’ chiaro che si sta configurando fortemente l’attualità del pericolo di concretizzazione di tale industria insalubre per il nostro territorio. Dobbiamo alzare la guardia, ora più che mai. Siamo alla stretta finale di una battaglia per noi Medici per l’Ambiente iniziata quando, a poche ore dalla scadenza dei termini, abbiamo prodotto le memorie relative al progetto del biodigestore all’epoca avviato ad approvazione, con osservazioni e critiche che ancora oggi nonostante anni di proroghe oltre i termini ammessi, non sono riusciti a compensare. Forse non è un caso, se in questi giorni, siano stati costretti ad uscire allo scoperto i fiancheggiatori dei piani alti, vera iattura per questa città e per la sua possibilità di progredire, che con goffi tentativi stanno cercando di minimizzare e negare il rischio alla popolazione esposta, creando artatamente un clima di tensione e confusione, non certo per il bene dei cittadini.
Come Medici per l’Ambiente riteniamo che la città non possa sopportare l’impatto del biodigestore per le ormai indiscutibili e note ragioni addotte a salvaguardia della salute della cittadinanza tutta, ma ancor di più degli abitanti residenti in vicinanza dell’area di progettazione, che indichiamo come territorio di Selva dei Muli. Gente che merita un rispetto finora negato dall’avanzamento di un degrado ambientale inesorabile, evidente anche per un osservatore superficiale ed evocativo di una condizione di salubrità discutibile e pertanto necessitante di attenzione. Abbiamo bisogno di precostituire prove inconfutabili di valutazione sanitaria respiratoria nei singoli soggetti, determinando in attuale le condizioni di base e riesaminandole a distanza dal malaugurato insediamento del biodigestore, per dar vita ad un confronto tra il prima ed il dopo affinchè, se qualcuno dovesse ammalare o peggiorare, non potrà chiamarsi in causa l’autostrada. Stiamo applicando il protocollo di difesa il più potente nell’ambito delle nostre possibilità, con modalità gratuita e volontaria.
Abbiamo già eseguito tanti esami spirometrici a riprova del pericolo percepito dalla popolazione. Il clima è di entusiastica collaborazione e di forte determinazione nel perseguire insieme l’obiettivo, unendo le forze tra coloro che hanno da sempre subito decisioni altrui che pare non tenessero in debita considerazione la salute, divenendo insieme a noi Medici, schierati in loro difesa, protagonisti della propria incolumità e di quella di tutta la città. Un esempio reale di disponibilità, concretezza e determinazione che parte dal basso, a suffragare un protagonismo attivo e difensivo, senza timore, se non quello di ammalare.
nota stampa a cura di: dott.ssa Marzia Armida, presidente Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente; dott. Giovambattista Martino, coordinatore Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente; dott.ssa Teresa Petricca, responsabile Scientifico Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente