Luca Santovincenzo, avvocato civilista, sposato con Roberta, papà di Livia ed Enrico. In campo – politicamente – dal 2022 con il gruppo LiberAnagni, l’unico, in minoranza, a fare ancora “gruppo” dopo le elezioni che si sono tenute a maggio scorso.
Fino a poco prima delle elezioni Luca è stato presidente del Quartiere Cerere, un comitato di quartiere che ha organizzato eventi, avanzato proposte e altro.
anagnia.com ha incontrato Luca e gli ha posto alcune domande.
Avvocato, intanto grazie per aver accettato l’intervista; partiamo da una considerazione: certe malelingue affermano ancora adesso che il Quartiere Cerere Le sia stato utile come trampolino di lancio per la candidatura di maggio scorso…
Con un certo vociare ho imparato a conviverci; ed in effetti – oggi – mi viene da sorridere quando penso a quello che ho sentito dire su di me in campagna elettorale. Per alcuni comunista, per altri tesserato di Alleanza Nazionale. Per alcuni al ballottaggio Ponzio Pilato e per altri alleato di Daniele Natalia. Mettetevi d’accordo! Poi ci sono stati i volantini (mi sarei venduto il biodigestore), le etichette (“duro e puro”) e le storie inventate (il mio gruppo avrebbe tentato il sabotaggio di una manifestazione). Sono abituato a parlare mettendo in fila i fatti e non me ne curo. Chi alimenta certe voci, evidentemente, oltre a qualche disturbo, ha una visione utilitaristica della politica, che viene da una cultura diversa rispetto alla mia. La mia è la semplice cultura del lavoro ed in questi anni il mio lavoro nella Comunità è stato sotto gli occhi di tutti.
Il lavoro nel Quartiere Cerere però è una cosa, mentre l’impegno in politica è tutt’altro.
Il lavoro del Quartiere non è stato utile a me, ma alla Comunità per aggregarsi, a tanti cittadini per riscoprire la voglia di vivere di più Anagni, all’amministrazione stessa per migliorare.
Riguardo invece all’impegno politico, vorrei ricordare che ho ricevuto voti in tutti i quartieri della Città. Inoltre, la mia candidatura è stata frutto di un percorso molto articolato di aggregazione tra forze politiche chiamata “Coalizione LiberAnagni” e formata da tre liste civiche e due recanti i simboli dei partiti progressisti. Ricordo ancora molto bene le parole dell’On. Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico: “io mi complimento perché al mondo si sta dentro una coalizione. Guarda, Luca, che non è semplice in questa fase della politica mettere in fila tante liste e credo che LiberAnagni sia il nome più bello che potevate scegliere”.
La percezione diffusa – in città – dopo il rientro in maggioranza del consigliere comunale Alessandro Cardinali e, a seguire, dei due consiglieri Roberto Versi e Giulia Beccidelli, è che Lei sia l’unico rimasto all’opposizione; è realmente così o c’è ancora un gruppo di minoranza che svolge il ruolo di una reale opposizione politica come espressione del dissenso e, in caso, della contro-proposta?
Anche se formalmente sui banchi della minoranza ancora siedono i colleghi Danilo Tuffi e Giuseppe De Luca, dopo il passaggio in maggioranza di Alessandro Cardinali e della coalizione “SiAmo Anagni”, li ho visti forse una volta in Consiglio e in Commissione praticamente mai. Nell’ultima Commissione Sanità tutti hanno (amaramente) costatato che l’unica voce fuori dal coro della maggioranza era la mia. Nell’ultima Commissione Urbanistica ero l’unico presente, per cui comprendo la percezione dei cittadini, che è la mia stessa percezione, e sento il peso delle responsabilità che ciò comporta.
Ha provato a cercare un confronto con i colleghi di opposizione o – in caso – proporre una collaborazione per dare adito ad un’azione politica comune?
Fin dalla prima seduta di Consiglio il dialogo con i colleghi c’è stato, ed è stato cordiale. La collaborazione, invece, a parte un paio di Commissioni lo scorso luglio in cui con Alessandro Cardinali ci siamo confrontati prima, non c’è stata. Le ragioni sono molteplici e non mi consentono di sperare in un cambiamento per il futuro, specialmente dopo il passaggio di Cardinali in maggioranza. Quel giorno i colleghi Tuffi e De Luca sono stati stranamente passivi, e nell’ultima seduta di fine anno, forse la più importante, non hanno partecipato. Purtroppo, le posizioni in Consiglio molto spesso sono state divergenti e seguivano Cardinali anche quando ormai era chiaro a tutti che stesse preparando il passaggio in maggioranza. Con Tuffi – ripeto – il rapporto è cordiale e spero che al suo rientro si possa riprendere un dialogo costruttivo, visto che i tanti cittadini che lo hanno votato si aspettano questo, immagino. Con De Luca, che tra l’altro si è subito distaccato da Tuffi con la nomina di un proprio gruppo consiliare, la vedo più difficile. Ho subito inteso che non c’era grande possibilità di dialogo ed oltre alle divergenze sulla questione viabilità in centro c’è stato anche un problema spiacevole al momento della nomina dei membri della Commissione Sanità.
Che tipo di problema?
Avevamo raggiunto una intesa con i colleghi Danilo Tuffi e Alessandro Cardinali, quali membri aventi diritto da regolamento, su una comunicazione congiunta delle nomine. Successivamente ho appreso che De Luca aveva manifestato interesse ad una sua nomina senza informarmi. Non è stato un bel segnale e ne ho preso atto. Non è cambiato nulla, c’è un regolamento ed ho chiesto al Presidente del Consiglio di applicarlo. La nomina spettava comunque a me, Cardinali e Tuffi quali consiglieri maggiormente rappresentativi. Per questo dico che è stata una situazione spiacevole...
Lei – poco fa – ha parlato di “responsabilità”; nello specifico, a cosa si riferiva?
La prima responsabilità è quella di dare voce in Consiglio comunale al dissenso di tutti quelli che nel 2023 non hanno votato l’attuale sindaco Daniele Natalia. La seconda è di portare avanti con coerenza il progetto che ci ha portato a sedere tra gli scranni dell’assise civica. L’opposizione che in Consiglio comunale ha il nome “LiberAnagni”, infatti, non è solamente una persona, ma dietro c’è un progetto politico ben preciso. Intorno a questo progetto c’è il lavoro di tante persone, c’è l’appoggio di diverse forze politiche e, soprattutto, c’è la fiducia degli elettori e di tutti quei liberi cittadini che quotidianamente ci aiutano con le segnalazioni, le proposte e la loro vicinanza. In campagna elettorale sapevamo bene, e l’abbiamo anche detto, che l’alternativa al nostro progetto non era altro che una “clonazione”, pertanto, sapevamo bene che lo scenario attuale si sarebbe potuto verificare se non avessimo vinto. Ora che tutto questo è realtà non dobbiamo far altro che essere coerenti e rispettare gli impegni presi con i cittadini.
Parliamo ora dei rapporti con l’attuale maggioranza e con il sindaco; quali sono e a cosa hanno portato in questo (quasi) primo anno di amministrazione?
La maggioranza ha il diritto di governare ma in democrazia la minoranza ha diritto/dovere di controllare e anche di proporre. Su questo sono stato chiarissimo fin dalla prima seduta di Consiglio Comunale e ritengo di essere stato coerente. Non ho problemi a dialogare e confrontarmi con chiunque, perché la Città non può permettersi altri cinque anni di delibere a colpi di maggioranza senza emendamenti, mozioni e interrogazioni dei consiglieri di minoranza. Il Consiglio Comunale è l’organo sovrano in Città ed il ruolo di consigliere di opposizione è per me prima di tutto esercitare le mie prerogative rispettando l’impegno solenne preso con i cittadini, ossia rispettare valori, linee guida e il programma sottoscritti da tutte le liste della coalizione civica “LiberAnagni”. Tutti i giorni ricordo tale impegno e per questo il lavoro è costante. In tutti gli atti fondamentali ho sempre motivato ampiamente le mie ragioni di opposizione. Basta vedere i video delle sedute consiliari sugli atti di programmazione. E basta vedere gli atti che periodicamente protocollo in Comune, inclusi quelli che non sono resi pubblici come segnalazioni, accessi agli atti e richieste di informazioni: queste iniziative, oltretutto, sono risultate risolutive per diverse vicende e molti cittadini hanno ricevuto risposta e tutela. Però, come dicevo prima, la mia è sempre opposizione costruttiva, e quando posso esercito il diritto di proposta per migliorare la Città. Nel rispetto dei ruoli, credo che fin dall’inizio nessuno possa negare una novità rispetto al passato, ossia l’esistenza di una spinta propulsiva di indirizzo dai banchi dell’opposizione. Ci sono gli atti a testimoniarlo: la ZTL, il bilancio partecipato, le Consulte (consulta giovanile, consulta delle associazioni, etc.), la mozione sulla sicurezza, i vari emendamenti che hanno integrato la programmazione per il progetto di Parco Rio, la tutela del verde urbano, la riqualificazione degli Arcazzi, del Circo Marittimo, di Villa Magna e della Badia, il Consiglio dei Giovani, il GAL, la mozione del 72° stormo, il processo partecipativo nella rigenerazione urbana e da ultimo il secondo accesso dalla Casilina per San Bartolomeo.
Un anno quasi di amministrazione guidata dal sindaco Daniele Natalia; malgrado il breve lasso di tempo trascorso, è già possibile – secondo Lei – formulare un giudizio compiuto sull’indirizzo politico perseguito dal primo cittadino per lo sviluppo e la crescita della città?
E’ il giudizio di sempre. La Città non è cresciuta e non cresce. L’asfalto, la vernice, i cartelli e i post sui social, le promesse: è sempre la stessa Città ed il dato della diminuzione della popolazione è schiacciante in tal senso. E il giudizio di moltissimi cittadini che ascolto tutti i giorni lo conforta. Al sesto anno di amministrazione Natalia stiamo ancora aspettando una visione ed un’azione lineare e non affidata all’improvvisazione. Basta vedere i primi atti di programmazione approvati, chiaramente incoerenti con il loro stesso programma elettorale. Purtroppo, anche la fase esecutiva è carente e i cittadini lo fanno notare quotidianamente. A loro favore posso dire che c’è stata una spinta iniziale da parte di alcuni nuovi eletti, i quali hanno mostrato voglia di fare. Però questa spinta si è piano piano arrestata dopo il rientro di Cardinali e non mi stupirei di vedere nel giro di qualche mese un primo rimpasto di giunta. Piano piano si stanno ristabilendo i vecchi equilibri, e come ho già avuto modo di dire si sta perfezionando una “restaurazione” intorno allo storico nucleo dei fioritiani della prima ora, Daniele Natalia, Alessandro Cardinali e Vittorio D’Ercole. Sappiamo tutti cosa possono dare (e soprattutto togliere) alla Città, perché è sotto gli occhi di tutti quello che hanno fatto negli ultimi venti anni.
Anche su ognuno dei temi più dibattuti che riguardano la città – la Sanità, il Museo Archeologico Ernico, la frana di via della Calzatora, il parcheggio a pagamento… – Lei è stato sempre piuttosto critico nei confronti dell’amministrazione comunale. Può spiegarci il motivo?
Parlano i fatti. Le promesse sulla Sanità sono state una speculazione elettorale perché l’organizzazione degli ambulatori nell’ex ospedale è attività ordinaria. E’ chiaro a tutti infatti che Oncologia non sarà un reparto ospedaliero ma un ambulatorio in day-hospital come altri già attivi nell’ex nosocomio. Quando hanno promesso il punto di primo intervento hanno taciuto sull’ordinanza del TAR che equiparava i servizi del PAT al PPI.
Dieci mesi dopo, hanno pure avuto il coraggio di esultare per la chiusura del PAT notturno mentre non abbiamo ancora visto un atto amministrativo dove si parla del PPI. Ho già scritto al Sindaco che deve attivarsi per bloccare la chiusura del PAT notturno se prima non aprono il PPI. perché il TAR è stato chiarissimo. Se la Regione andrà avanti, farò una denuncia.
Per il museo sono decenni che si prendono gioco dei cittadini ed oggi fanno lo stesso con i turisti, aprendo ogni tanto un percorso a tema preistorico che con gli Ernici non c’entra nulla. Di recente abbiamo anche scoperto che a Veroli stanno aprendo un museo nazionale sugli ernici e se così sarà, sarà la prova che i ritardi delle ultime amministrazioni hanno fatto perdere un treno ad Anagni. Ci sono responsabilità gravi che andranno fatte valere, anche per le somme spese e finanziate in questi anni.
Riguardo alla Calzatora, poi, mi ripeto. E’ il simbolo del loro fallimento. Messa in sicurezza 11 mesi dopo lo smottamento, finanziamenti persi, lavori iniziati in ritardo, soliti cartelli ingannevoli. Adesso ci saranno altri ritardi per una variante. Avevano detto 30 settembre 2022, 1 aprile 2023 ed ora maggio 2024. A maggio staremo qui a dire la stessa cosa e ci daranno una nuova data. Il parcheggio a pagamento è l’ultima di una lunga serie di misure sbagliate, ovviamente tenuta nascosta fino all’ultimo. E’ però la misura che ha messo la parola fine alla luna di miele. Una mano di vernice sulle strisce non giustifica un aumento spropositato della sosta, a cui non corrisponde alcun servizio. Conoscendoli, sarei pronto a scommettere che a breve cercheranno di cambiare qualcosa per recuperare, con tanto di post e selfie. Intanto, l’attuale situazione la stanno pagando le attività commerciali, gli operatori economici e tutti i cittadini che stanno rinunciando a venire in centro.
Se fosse stato al posto dell’attuale sindaco, avrebbe agito diversamente?
Riguardo alla Sanità l’ho sempre detto. Bisognava coinvolgere tutti i sindaci del circondario per chiedere alla Regione la programmazione di un nuovo ospedale. Se nel Lazio ne sono stati programmati altri cinque è rimasta solo l’area nord della nostra Provincia sprovvista di tutela, e di questo dobbiamo ringraziare Natalia che a Rocca ha chiesto un PPI invece di chiedere un ospedale. Sulla situazione della Calzatora non bisognava stare a guardare il mancato rispetto di tempistiche ben note a tutti, facendo valere le responsabilità. Lo stesso si doveva fare per il disastro del Museo. Per la situazione dei parcheggi stiamo ancora effettuando delle verifiche, non disponendo ancora degli atti e del contratto che è stato approvato sotto la precedente consiliatura. Se è come penso, non avremmo mai consentito a far partire le muove tariffe senza prima ricevere servizi corrispondenti ed all’altezza. Cittadini e commercianti come dicevo prima sono stati penalizzati e fanno bene a farlo notare agli amministratori attuali.
Cosa ci può dire per il suo futuro lavoro in amministrazione?
C’è ancora molto da fare e segnalo alcuni dei numerosissimi propositi per il futuro: la lotta al degrado diffuso (illuminazioni, parcheggi, aree pubbliche), iniziative volte a stimolare una politica turistica espansiva e una politica sociale più attenta ai deboli ed ai bisogni concreti della Comunità, il nuovo affidamento del Servizio Rifiuti, una svolta nell’indirizzo sulla politica sanitaria (vedi mozione per un nuovo ospedale), nuovi spazi di aggregazione in centro e nelle periferie, la destinazione dell’ex Polveriera, il monitoraggio ambientale e la risoluzione definitiva della questione Biodigestore.
Ancora grazie per la disponibilità, Avvocato…
Grazie a voi!