Tassi, istrici, volpi, faine, cinghiali e persino allocchi, barbagianni, poiane, rondini, pipistrelli; non mancano – comunque – pecore, cani e gatti, ricci, rospi e – specie nella bella stagione – serpenti e lucertole. Ogni anno, sulle strade del Lazio, centinaia di migliaia tra uccelli, mammiferi, rettili ed anfibi e altre specie animali vengono investiti da automobili o da altri mezzi a motore: una strage silenziosa ed inarrestabile alla quale si presta poca o nessuna attenzione
Il Lazio – e più nello specifico le province di Frosinone e Roma – è uno dei luoghi con la più alta densità di strade destinate al traffico veicolare: autostrade, strade extraurbane principali e secondarie, strade urbane di scorrimento e di quartiere, strade locali, itinerari ciclopedonali. Nel complesso, il Lazio conta circa 8.000 km di strade provinciali e
regionali, 1.140 km di strade nazionali e circa 470 km di autostrade. Ciò significa che gli incidenti che coinvolgono animali – selvatici e non – avvengono statisticamente con cadenza pressoché quotidiana, anche in considerazione del fatto che buona parte della fauna in questione difficilmente vive in aree completamente isolate dall’influenza umana.
Solo negli ultimi giorni – e solo nell’area di Anagni e di Comuni viciniori – hanno perso la vita poiché investiti dalle auto in transito almeno una decina di volpi, diversi gatti, alcuni ricci, una faina, un tasso (in via San Magno di Anagni).
In ognuno dei casi sopra riportati, nessuno degli investitori si è fermato a prestare soccorso a quei poveri animali. In un caso specifico – quello dell’investimento di un gatto in via della Circonvallazione sud – malgrado la segnalazione della Polizia Locale alla ditta che avrebbe dovuto occuparsi della rimozione della carcassa, trascorsi diversi giorni dall’evento la carcassa è ancora lì.
COSA DICE LA LEGGE
Comunque, a chiunque – anche al più attento e prudente automobilista – può capitare di investire un animale transitando su strada. In questi casi, cosa si deve fare? La Legge parla chiaro: “chiunque investa un animale ha l’obbligo di fermarsi e prestargli soccorso. “Il Codice della Strada – spiega la dottoressa Ilaria Innocenti, responsabile area animali familiari della LAV, a Radio Bruno – grazie a una modifica introdotta con la Legge n. 120/2010, fortemente voluta da LAV, prevede – infatti – che l’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a un animale, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non si fermi e non presti soccorso è punito con una sanzione amministrativa pari al pagamento di una somma da 422 a 1.694 euro. Occorre sottolineare come l’obbligo di prestare soccorso non riguardi solo il conducente del mezzo a quattro o due ruote, comprese le biciclette, ma anche chi assista all’incidente, in quanto coinvolto nell’evento come i passeggeri a bordo del mezzo. In questo caso la sanzione prevista per chi non ottempera all’obbligo di assicurare un tempestivo intervento di soccorso è più lieve, si tratta di una somma compresa tra euro 83,00 ed euro 331,00. Se si investe un animale o si è coinvolti comunque nell’evento è dunque necessario accertarsi delle condizioni dell’animale e attivare immediatamente l’intervento di soccorso. In assenza di un numero dedicato al soccorso animali è possibile contattare la Polizia Locale o il servizio veterinario ASL competente per territorio che ha l’obbligo di reperibilità anche notturna e festiva. Si possono comunque contattare anche i Carabinieri e la Polizia di Stato. Il Codice della Strada non è, tuttavia, l’unica disposizione a punire l’omissione di soccorso nei confronti di animali. Nell’ipotesi in cui a seguito dell’omissione di soccorso sopravvenga il decesso dell’animale, potrebbe configurarsi il reato di cui all’articolo 544 bis del Codice Penale: “Uccisione di animali” che prevede la pena della reclusione da quattro mesi a due anni”.