di Monia Lauroni
C’è dell’ingiustificabile nel fatto accaduto a Ripi. Un setter è stato bastonato senza una ragione. Non c’è mai una ragione per atti così malvagi.
A compiere il gesto un uomo, pare un pastore, che noncurante delle persone che erano presenti a quel massacro, ha ridotto in fin di vita il povero animale indifeso. L’uomo è stato denunciato dalla Lndc la lega nazionale a difesa degli animali.
La ricostruzione di quanto successo è stata data da alcuni testimoni sentiti dai carabinieri forestali. L’animale è stato portato dal veterinario in condizioni disperate.
In base all’articolo 544-ter del Codice penale che disciplina il reato di maltrattamento di animali, l’uomo in questione rischia una condanna da 3 a 18 mesi o una multa da 5.000 a 30.000 euro. Nel caso in cui il cagnolino non sopravvivesse, questa pena verrebbe aumentata della metà.
“Non ci possono davvero essere motivi per un comportamento del genere – commenta Piera Rosati Presidente LNDC – Tra l’altro parliamo di un cane di razza setter, una razza notoriamente innocua e per niente aggressiva quindi anche l’ipotesi di aver agito per difendersi non sarebbe molto plausibile. In ogni caso, colpire un cane così tante volte da renderlo agonizzante non può essere considerata una forma di difesa accettabile anche in caso di attacco”.
La stessa Rosati ritiene opportuno che i Carabinieri forestali “effettuino dei controlli anche sugli animali gestiti da questa persona. Non sarebbe giusto lasciare la vita di altri animali nelle mani di un uomo che agisce in maniera così violenta nei loro confronti”.
Forse è in anche in parte in questa triste storia quello che Hanna Arendt intendeva nel ‘La banalità del male’. Uomini banali che compiono mali atroci.