di Monia Lauroni
Ogni cosa nasce con una forma ed un suo percorso. Veroli ha scelto il suo: non accetta limitazioni al suo agire, né compromessi di sorta. Non prende ciò che capita. Sceglie sempre in alto per via d’istinto, rifiutando ciò che non è affine alla sua natura profonda di Città d’Arte e Cultura.
Lo ha dimostrato anche nei periodi ballerini di quest’epoca Covid e lo ha ribadito nel sublime connubio tra la sua storia e storia dei popoli italici che proprio qui, a Veroli, hanno trovato dimora.
Palazzo Marchesi Campanari con il Museo Archeologico dei popoli italici “Amedeo Maiuri” è stato inserito ufficialmente con decreto del Ministro della Cultura nell’organizzazione dei musei nazionali.
Un risultato davvero straordinario, ottenuto dal Comune di Veroli in brevissimo tempo grazie ad una valida programmazione che proprio in piena pandemia determinò l’acquisizione al patrimonio comunale della pregevole struttura, dimora storica regionale.
Un risultato già anticipato dal direttore nazionale musei, il professor Massimo Osanna, divenuto a ragione di causa concittadino onorario di Veroli.
Il ‘discusso’ acquisto ha consentito di proporre Veroli ed il suo patrimonio all’attenzione del Ministero della Cultura che, apprezzando le potenzialità della struttura, ha iniziato un percorso condiviso sulla valorizzazione della struttura insieme al Comune ed alla Regione Lazio.
Il percorso di musealizzazione del palazzo è stato già avviato lo scorso dicembre con l’apertura al pubblico della mostra archeologica “Antichi popoli italici: gli Ernici, i Volsci e gli altri”.
L’allestimento della mostra è decisamente innovativo e spettacolare ed in grado di esaltare le bellezze e le peculiarità architettoniche della dimora storica verolana.
Aggiunto all’ indiscusso valore dei reperti, il primo assaggio del futuro museo nazionale sta riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica.
Il Museo Archeologico dei popoli italici di Palazzo Marchesi Campanari è stato intitolato dal decreto del Ministro della Cultura ad Amedeo Maiuri, illustre archeologo di fama nazionale ed internazionale per le straordinarie scoperte fatte nelle campagne di scavi a Pompei ed a cui Veroli dette i natali nel 1886.
“Non appena pronto l’ulteriore allestimento dedicato proprio al nostro illustre concittadino – commentano il sindaco Simone Cretaro e la consigliera delegata alla Cultura, Francesca Cerquozzi – saranno adottati anche dal nostro Ente gli atti amministrativi conseguenti all’intitolazione del Museo nazionale così da effettuare congiuntamente con il Ministero della Cultura e la Regione l’inaugurazione e l’apertura al pubblico.
Ci preme, quindi, ringraziare il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, il Direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Luigi La Rocca, il Direttore regionale Musei Lazio, Stefano Petrocchi e tutti i loro collaboratori del Ministero della Cultura, la Regione Lazio, gli amministratori ed i funzionari del nostro Ente per la responsabilità, l’impegno e la passione profusi per raggiungere questo prestigioso risultato che proietterà Veroli nel circuito nazionale dei musei. Un elemento questo non trascurabile per le ricadute in termini socio-economici sul territorio per i servizi da attivare nei settori dell’accoglienza dei visitatori”.
La città ernica è pronta a intraprendere un viaggio a latitudini differenti, tra geografie impensate, tra geometrie e ricchezze di una Cultura della bellezza e funzionalità che guarda lontano.