di Filippo Del Monte
L’Assemblea generale di Unindustria, che si è tenuta ieri – 12 marzo 2024 – al Centro congressi La Nuvola dell’EUR a Roma, è stata l’occasione per fare il punto della situazione sullo stato del sistema economico-industriale del Lazio, con un imprescindibile sguardo alla situazione nazionale ed internazionale.
Oltre al presidente di Unindustria, Angelo Camilli, sono intervenuti davanti ad una ampia platea di imprenditori e addetti ai lavori, anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ed il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Le infrastrutture, l’istituzione di una Zona logistica semplificata, il recupero del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, i provvedimenti per la crescita economica, la scommessa dell’energia green e la scelta coraggiosa del nucleare sono stati alcuni dei temi di stretta attualità toccati dall’intervento del presidente Camilli.
Il discorso – incentrato, come è naturale, considerata la vocazione territoriale di Unindustria, sul Lazio e sull’Italia centrale – ha toccato punti importanti come il potenziamento del sistema portuale regionale e del Centro-Sud, ma anche dell’entroterra, per sfruttare appieno il ruolo che il sistema d’imprese italiano, orientato soprattutto sulle esportazioni, può avere per il rilancio del Paese, in una prospettiva che sia insieme europea e attenta ai mercati emergenti. Nel Lazio ci sono eccellenze dell’aerospazio, del chimico-farmaceutico e della logistica che sono presidi di conoscenze e del “saper fare” che contraddistingue l’industria italiana.
Gli industriali hanno chiesto un Industrial Act, dopo le elezioni europee, per sostenere le grandi trasformazioni verde e digitale con la contemporanea emissione di titoli sovrani europei. Un altro passo importante dell’intervento di Camilli è stato quello sulla necessità di cambiare il paradigma di riferimento per la modernizzazione del Paese e del suo sistema economico, passando al “ce lo chiede l’Europa” al “lo vuole l’Italia”.
Il ministro Urso ha ricordato l’importante opera che il governo nazionale sta portando avanti per rendere nuovamente competitivi settori un tempo considerati simboli del Made in Italy ed oggi, purtroppo, incapaci di generare crescita: l’automotive e l’industria siderurgica. Per il titolare del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le ricette per rilanciare questi due settori sono l’apertura del mercato per l’automotive e la trasformazione in chiave ecologica e sostenibile della siderurgia.
Oggi, ha spiegato Urso, l’Italia è in grado di incidere sulle scelte strategiche delle politiche industriali in Europa, assieme a Francia e Germania, specie su temi come materie prime critiche, intelligenza artificiale, tecnologie digitali e misure contro la concorrenza sleale di attori come Stati Uniti e Cina.
A Rocca e Gualtieri, che hanno concordato sulla “particolarità” di Roma Capitale e sulle più stringenti necessità di una buona gestione e amministrazione della Capitale del Paese, che dovrebbe essere una ricchezza ed un acceleratore per l’economia di tutto il territorio, l’Unione degli Industriali ha chiesto un impegno preciso sul tema dell’efficienza amministrativa e sulla rapidità dei tempi per gli investimenti sia pubblici che privati.