di Giorgio Stirpe
Ennesima sconfitta immeritata di questa stagione, ancora un’amarezza per l’ambiente giallazzurro che contro la Lazio ha accarezzato l’idea di poter esultare per un risultato positivo, salvo dover strozzare di nuovo il grido in gola come accade ormai da troppo tempo. I romani hanno avuto la meglio e come all’andata si sono imposti in rimonta (2-3).
Frosinone più compatto a centrocampo con il ritorno dal 1′ di Barrenechea, al fianco di Mazzitelli in mediana, Gelli e Brescianini con il doppio compito di coprire e, contemporaneamente supportare Soulè e Cheddira.
Di grande livello l’impatto sulla partita, con rabbia e ordine i giallazzurri hanno aggredito la Lazio creando almeno tre occasioni in 6 minuti, e altrettanti pericolosi corner. Ospiti all’angolo, storditi e intimoriti. E la spinta continua, incessante, ha dato i giusti frutti al 13′ con il vantaggio firmato da chi non ti aspetti: Pol Lirola, terzino con licenza di “uccidere”, freddissimo nello indirizzare di testa il preciso cross di Zortea alle spalle di Mandas. Stadio Stirpe in estasi per quella che è sembrata una vera e propria liberazione. Finalmente si è concretizzata una superiorità che in tante altre partite la squadra di Di Francesco ha avuto nei confronti dell’avversario ma, soprattutto negli ultimi tempi, quasi mai si è tradotta sul campo.
Il problema è sempre però lo stesso: la fragilità della fase difensiva che ha permesso alla Lazio, al 38′ di pareggiare al primo tiro in porta, con Zaccagni lasciato solo a cinque metri da Turati (confermato titolare e ottimo protagonista del match), l’ennesima banale disattenzione del reparto arretrato giallazzurro.
L’inizio di ripresa è stato diverso rispetto a quello del primo tempo, più equilibrato e nulla avrebbe fatto presagire che la Lazio, come tra l’altro accaduto all’andata, potesse segnare addirittura due reti in cinque minuti e ritrovarsi avanti, al 63′, sul 3-1 per via della fulminea doppietta di Castellanos, entrato al posto di Immobile. Il puntero spagnolo ha punito due volte la troppo “tenera” difesa del Frosinone. I giallazzurri però hanno tirato fuori l’orgoglio mantenendo alta l’attenzione e soprattutto non smettendo mai di credere ancora in sé stessi e nel lavoro che svolgono quotidianamente agli ordini di Di Francesco.
Cheddira ha così accorciato le distanze in acrobazia al 70′ dando il via all’assalto finale al fortino da parte dei padroni di casa. Di Francesco ha gettato nella mischia tutte le armi a sua disposizione inserendo Kaio Jorge al fianco di Cheddira, sperimentando l’attacco a due punte. Tanta spinta nei minuti finali con i giallazzurri che hanno cercato di tirare il cuore oltre l’ostacolo, rischiando inevitabilmente di prendere anche il quarto, ma il pareggio non è voluto arrivare.
La classifica ora si fa ancora più preoccupante, lo stadio Stirpe lo ha capito e ha accompagnato in maniera tiepida l’uscita dal campo dei canarini che hanno raccolto solo 6 punti nelle ultime 15 gare, troppo poco per sperare di poter raggiungere la salvezza.
LE PAROLE DI EUSEBIO DI FRANCESCO
“Abbiamo voglia di lottare, basta vivere di rimpianti dopo le partite, diciamo sempre le stesse cose, ci manca in questo momento il saper gestire alcune fasi delle partite, ci perdiamo in sciocchezze che determinano poi il risultato. Il primo gol preso è stato frutto di ingenuità nostra
Stasera sono veramente arrabbiato perché è un peccato fare sempre gli stessi discorsi, ci sono ancora nove partite davanti, occorre ripartire dai nostri errori, ci facciamo male da soli e questo dobbiamo cambiarlo il prima possibile, non possiamo prendere sempre due gol uno dietro l’altro. I ragazzi non meritavano di perdere ma la colpa è solo la nostra. Abbiamo due settimane per lavorare e cambiare il nostro corso“.