Alla fine di agosto dello scorso anno una delle vicende di cronaca che più di molte altre ebbe maggiore risonanza arrivando persino a lambire le pagine nazionali dei quotidiani più importanti fu quella della capretta presa a calci durante una festa di compleanno organizzata in un agriturismo sito alla periferia della città. Oggi, trascorsi quasi otto mesi da quei terribili fatti, si va verso l’archiviazione del caso come richiesto dal pubblico ministero di Frosinone.
Una notizia che fa indignare diverse associazioni ambientaliste, tra queste l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che presenterà opposizione alla richiesta d’archiviazione presentata al giudice delle indagini preliminari nell’ambito del procedimento riguardante l’episodio in questione.
L’associazione aveva presentato immediatamente una denuncia per uccisione di animali e istigazione a delinquere nei confronti degli autori dell’atroce fine della povera capretta, seviziata e uccisa durante una festa di compleanno in un agriturismo.
“Oggi ci è stata notificata dalla Procura della Repubblica di Frosinone la richiesta d’archiviazione contro la quale presenteremo opposizione nelle prossime ore – spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa – non condividiamo tale decisione del pubblico ministero, tanto più che vi sono prove documentali che testimoniano il reato. Abbiamo dunque chiesto la massima pena per il reato di uccisione di animali aggravato da motivi abietti”.
L’Oipa sottolinea come questo genere di delitti siano l’espressione di pericolosità sociale e auspica una volta di più che il legislatore metta finalmente mano a una riforma del Codice penale che inasprisca le pene per questi reati. In Parlamento si sta discutendo una proposta di legge in tal senso: ci auguriamo che sia approvata al più presto.
Sulla questione è intervenuta anche la Lega Antivivisezione, che in una nota scrive: “è incredibile la richiesta di archiviazione delle indagini. Una pagina nera, che ha fatto a suo tempo indignare tutta l’Italia civile e che ora la Procura della Repubblica di Frosinone vorrebbe cancellare. Siamo indignati e faremo opposizione, affinché sia chiaro il messaggio che la violenza non è meno grave a seconda di chi sia la vittima. Un animale è morto di morte violenta, sul suo corpo c’è chi ha infierito e se ne è fatto anche vanto”.
Oltre ai diritti alla vita dell’animale, gli attivisti sottolineano anche la “pericolosità di soggetti simili deve essere circoscritta, e stigmatizzata. Sono tanti i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque li maltratti o li uccida. Saremo attivi e presenti nelle prossime fasi dell’iter giudiziario, per ribadire, come sempre, la necessità di un cambio assoluto di considerazione per gli animali e per il valore intrinseco delle loro vite. Sempre”.