di Biancamaria Valeri
Paese mio che stai sulla collina
disteso come un vecchio addormentato
la noia l’abbandono
niente son la tua malattia
paese mio ti lascio e vado via …
(Che sarà, Festival di Sanremo 1971)
Sull’eco della notissima canzone Che Sarà, anche Enzo Arduini, ferentinate doc, lasciò tanto tempo fa la sua città. Lo spingeva una forte chiamata all’arte, al desiderio di scoprire nuove vie artistiche, di praticare nuove modalità espressive, di conoscere nuovi linguaggi e varcare nuovi orizzonti. Andò in Germania e lì si stabilì, a München, dal 1972. Aveva appena vent’anni, ma era forte della sua preparazione artistica, conseguita nei suoi studi scolastici e accademici, curata da maestri eccezionali, che lo indirizzarono nella difficile via dell’arte, dove tutto si raggiunge con studio, impego e sacrificio; anche con un … pizzico di fortuna? Anche! ma la fortuna è aiutata dalla capacità di leggere gli eventi, di capire i luoghi e i momenti, capacità che la cultura e lo studio approfondiscono e avvalorano.
A München ha costruito la sua fortuna nell’Arte, che ha amato come una sposa fedele e che non ha mai tradito. Le opere dell’Artista sono basate sul neoespressionismo, un movimento culturale sviluppatosi in Europa e negli Stati Uniti verso la fine degli anni Sessanta del secolo scorso e caratterizzato da toni e stilemi espressivi e luminosi, con colori intensi ed emotivi, stesi con ampie pennellate.
A questo filone artistico Arduini ispira la sua arte poliedrica, che si è volta a realizzare dipinti, sculture, manufatti in ceramica, fusioni, mosaici, gioielli, si esprime in forme fluide, chiare e aggraziate, talvolta ispirandosi allo stile arcaico; ma sempre con accenti molto personali e innovativi.
L’espressione artistica di Enzo Arduini, infatti, si manifesta nei dipinti e nelle sculture con linguaggio evocativo, misterioso che produce risonanze ed emozioni nello spettatore. Sia nei dipinti sia nelle sculture le immagini prendono vita, si fondono con l’ambiente circostante, esprimono dinamismo e volumetrie cangianti e vivaci. Evoluzione dell’Espressionismo astratto, dell’Informale Materico e dell’Assemblage, l’arte di Arduini non disdegna la figura, che però riprende e descrive, immagina e fa immaginare disarticolata, ma sempre densa di volumi e linee, vibrante di vita e sagomata seguendo linee spesso spezzate, spesso curve, spesso giocando fra il figurativismo e l’astrattismo. Una cifra personale quella artistica di Arduini, che ti stupisce sempre, ti emoziona, ti affascina specialmente per quel linguaggio interiore che evoca sentimenti belli e puri. Il suo stile sottintende la sofferenza per la lotta con la materia, il disagio creativo prodotto da una società sempre più incapace di comunicare, ma che continua a sentire prepotente il desiderio della comunicazione, anche attraverso la creazione di nuovi linguaggi e nuove forme di espressione. Mistero, simboli, evocazioni, luci, colori cangianti, luminescenze metalliche, mescolanza di colori secondo la tradizione degli antichi maestri: Arduini mantiene la tendenza all’astrazione con accenti segnici, con un linguaggio raffinato, con il quale nutre l’immaginazione dello spettatore talvolta attraverso giochi di luce, immaginifiche mescolanze di colori e materiali, attraverso la silhouette di una figura per lo più solo accennata, suggerita.
Arduini non ha mai reciso il suo legame profondissimo con la Madre Patria e dalla quale è sempre attratto e in cui trova ancora nuova ispirazione nella bellissima Toscana. In questo l’Artista consapevolmente accetta gli stilemi del Neoespressionismo italiano e vi si identifica anche attraverso la riscoperta delle sue radici locali e popolari. Prova ne è questa esposizione che Arduini ha curato per Ferentino e in Ferentino a distanza di trent’anni da una grande esposizione delle sue opere nell’episcopio di Ferentino.
“Come e quando non lo so
ma so soltanto che ritornerò” …
E Arduini è tornato nella sua città natale, dalla quale non si è mai allontanato, perché ha sempre portato con sé le radici spirituali e sentimentali del luogo natio: i suoi affetti, le sue amicizie, la sua peculiare visione del mondo e dell’arte che si è acuita ancor di più trapiantandosi in Germania e in tutti i luoghi dove l’Arte lo ha condotto e che con la sua arte ha plasmato. Arduini è ritornato a Ferentino e dona alla sua Città un prezioso scrigno del suo viaggio spirituale e artistico: dipinti, sculture, ceramiche, porcellane, tecniche miste, bronzi … In tutte l’impronta del suo ingegno, della sua sensibilità, del suo percorso alla ricerca del Bello. Perché l’arte di Arduini, anche nelle sue apparenti dissonanze, nei suoi graffi, nelle sue disarmonie volute e cercate, è bella, è armoniosa, è piena di luce pur mantenendo un sensibile alone di mistero, di ineffabile …
Tra tutte le opere esposte un piccolo vaso di ceramica dalle iridescenze di metalli preziosi rappresenta la sintesi dell’arte di Enzo Arduini. Un piccolo vaso di dimensioni ridotte, 50 x 25 cm, dove una leggiadra silhouette di donna danza leggera al centro dello spazio racchiuso in forme poligonali; sospesa, aerea, farfalla pronta a sbocciare dal bozzolo della crisalide, tra luminescenze auree e argentee; forma di vita che vagheggia l’esistenza per la quale è già pronta a fiorire. Incredibile sintesi di dinamismo, di equilibrio e stabilità.