“Altro che città del futuro, nel Consiglio Comunale di martedì, ancora una volta, è stata limitata la possibilità di esprimersi in maniera libera e contraria alle decisioni del Sindaco. Dispiace non poter partecipare in maniera serena e, perché no, critica al Consiglio Comunale”.
Comincia così la nota inviata a questa redazione da Alessandro Battisti, Valentina Coladarci, Alberto Festa e Marina Tucciarelli, consiglieri comunali i quali hanno votato contro l’indirizzo a modificare i contratti in essere con la partecipata ATF.
“Alioska Baccarini – è scritto nella nota – ha parlato per ore, autoincensandosi ed attribuendo a se stesso tanti ma tanti meriti personali, che diversamente vanno estesi alla collettività, all’azione politica di tutti quanti hanno operato per il bene della città ed alla fase storica. La nostra voglia, il nostro DIRITTO di esprimerci in totale libertà, senza minacce, menzogne, illazioni è e rimarrà fondamentale. Non accetteremo MAI di essere intimoriti da metodi che fanno capo al VENTENNIO FASCISTA”.
“I contenuti del protocollo d’intesa con A.T.F. che ci è stato proposto – spiegano i quattro consiglieri – si sono confermati nel dibattito ambigui ed insufficienti con il rifiuto di descrivere compiutamente al Consiglio Comunale l’andamento reale dei contratti in essere, il silenzio sulla perdita di bilancio per 4,8 milioni di euro registrata dall’A.T.F. al termine della gestione comunale, il 31 dicembre 2022, il preoccupante andamento delle vendite ed il mancato incasso del canone minerario nel 2023, oltre a due rate non pagate con riferimento al canone di licenza di marchio. Proprio Baccarini ha ribadito che non vi sono state difficoltà impreviste ed imprevedibili. La revisione dei contratti, a solo un anno dalla sottoscrizione, sarebbe giustificata dall’esigenza di garantire appena 30.000 Euro l’anno all’A.T.F. per l’utilizzo della Fonte Bonifacio: una somma minima che certo non impone questa soluzione. Ci sarebbero poi dei lavori necessari presso il magazzino dello stabilimento d’imbottigliamento stimati grossolanamente, non vincolati all’applicazione del codice dei contratti e pubblicamente quantificati in Consiglio Comunale, contro il parere dei legali dell’ente. Un fulmine a ciel sereno infine l’intenzione, annunciata a sorpresa, di recuperare i crediti maturati nei confronti del privato nei prossimi 4 anni rinviando il pagamento di circa 1,5 milioni di euro”.
“Incomprensibile la delega in bianco richiesta per la revisione dei contratti. Per l’attuazione del Piano Industriale dell’azienda, che abbiamo chiesto di integrare con gli impegni già assunti per promozione della destinazione e tutela del sistema socioeconomico, non è stata mai esposta l’esigenza di rivedere il canone annuale per l’uso del marchio. Serve chiarezza in merito alla compagine societaria privata che si propone per intervenire, con l’impegno a restare per almeno 5 anni ed una fideiussione a prima chiamata pari ad almeno il 50% del valore d’investimento previsto dal PI”.
“Per svolgere al meglio il ruolo di indirizzo e controllo pretendiamo numeri, certezze, lucidità, maggiore capacità di ascolto ed onestà intellettuale. Solo un anno fa – conclude la nota – si parlava di un’azienda risanata e di contratti ottimi, tali da risollevare l’economia della città, ma già oggi si presenta una revisione al ribasso di tutto il quadro complessivo in attesa dei dati di bilancio 2023, certamente non positivi, e con tutti gli asset in difficoltà. La narrazione Baccarini non è sufficiente a giustificare una revisione contrattuale al momento ingiustificata ed estremamente negativa”.