di Luca Santovincenzo, avvocato e consigliere comunale di LiberAnagni
Se c’è una cosa di cui dobbiamo dare atto a questa amministrazione è che il Museo di Porta Cerere dopo il taglio del nastro in campagna elettorale non lo hanno richiuso subito, ma solo dopo qualche mese.
Da qualche settimana è stato riaperto, sebbene parzialmente, e l’offerta è sempre la stessa dello scorso anno: un piano interamente dedicato alla preistoria che, sia chiaro, è assolutamente apprezzabile e di pregio.
Tuttavia, oggi il nostro non è un “Museo Archeologico Ernico”, perché non sono esposti reperti del popolo Ernico, sicchè al turista si propone aliud pro alio.
Inoltre, l’annuncio della prossima apertura a Veroli di un Museo Nazionale sugli antichi popoli italici, tra cui gli Ernici stessi, fa temere per il trasferimento altrove dei numerosi reperti rinvenuti nel nostro territorio e per la perdita del primato che spetta alla nostra Città quale Capitale della Confederazione del popolo Ernico, suo centro religioso e politico.
Allo stesso modo, come è giusto dare atto all’Amministrazione di aver ottenuto tempo fa consistenti fondi per realizzare un Ecomuseo, è del pari giusto segnalare come di questo Ecomuseo si siano perse le tracce dopo la presentazione.
Questa situazione, segnalata da mesi, confidavo fosse risolta con l’inizio della primavera e dell’afflusso turistico più rilevante ma così non è stato. Per questo ho protocollato ieri un’istanza di accesso agli atti con richiesta di informazioni al Responsabile, attinente sia alla gestione del Museo Archeologico Ernico che dell’Ecomuseo. E’ doveroso infatti andare a fondo per verificare se il denaro dei contribuenti sia stato impiegato a dovere.
La gestione dei luoghi della cultura è fondamentale per la crescita della Città e decenni di immobilismo sui siti comunali sono stati compensati solo dalle gestioni private dei musei della Cattedrale e di Palazzo Bonifacio VIII, a cui si è aggiunta in questi ultimi anni l’offerta culturale di Casa Barnekow, del Giardino Ousmane e di altre associazioni di volontariato. Nel frattempo non si è fatto nulla per dotare la Città di servizi essenziali come bagni pubblici, segnaletica e didascalie, un ufficio turistico all’altezza e aree ristoro, servizio che oggi è dato, quando possibile, solo dai volontari del Giardino Ousmane.
Allo stesso modo non si è fatto nulla per un Teatro, finendo per accettare supinamente anche l’interdizione all’uso di quello del Convitto INPS, né per valorizzare “Anagni Sotterranea” e tanti altri siti, tra cui cito la Badia della Gloria, l’area degli Arcazzi, il Circo Marittimo e Villa Magna, ossia i siti per i quali abbiamo chiesto di intervenire con appositi emendamenti al DUP approvato a dicembre scorso.
Anche su queste situazioni dunque il livello di attenzione è alto e se non ci saranno miglioramenti a strettissimo giro si darà impulso ad azioni approfondite a livello amministrativo.