di Monia Lauroni
Un luogo di accoglienza per l’individuo che non può essere che quello della comunità in cui vive ed agisce. Specie se individuo giovane. In questo senso il claim della quinta edizione del Festival della Filosofia di Veroli “Individuo e comunità”, è quanto mai attuale. E per certi versi urgente. Tanto urgente che quest’anno come interlocutori attivi di alcuni ospiti che si succederanno dal prossimo 4 luglio nella perla ernica interverranno gli studenti del Sulpicio.
Un parterre di intelletti fini, finissimi, messi assieme dalla mente altrettanto acuta del Direttore artistico Fabrizio Vona.
La sfida fino a qualche anno fa impensabile, quella di portare la Filosofia nelle piazze erniche e farne ‘compagna di vita’ per tutti, è stata uno dei colpi di genio dell’attuale assessore alla Cultura Francesca Cerquozzi.
Il coraggio di proporla e la caparbietà di riuscirci, affidandosi alla sensibilità artistica e culturale di Vona sono già di per sé stesse ‘filosofia’.
Questa edizione porterà a Veroli un tema particolarmente attuale, sensibile, prioritario per la società odierna e per ogni ‘io’ che la compone “L’individuo e la comunità”.
La velocizzazione dell’informazione, l’AI, la tecnologia ‘esagerata’ hanno distrutto il concetto di distanza e, quindi, i concetti tradizionali su cui si fondava l’informazione legata all’apparato sensoriale, al corpo. Si distrugge così la memoria, si annullano le singole culture, la possibilità stessa di essere individui e, quindi, una comunità, dato che individuo e comunità non si possono pensare separatamente.
Mentre ai tempi dei Greci era la comunità ad avere un valore superiore rispetto all’individuo, nella nostra società è il contrario: il singolo sembra essere la pedina fondamentale rispetto al gruppo comunitario. Se da una parte questa attenzione al singolo è lodevole, dall’altra si tende invece ad esagerare questa importanza a discapito della comunità arrivando a distinguere due tipologie dicotomiche del vivere in mezzo agli altri, l’individualismo e il collettivismo.
Mettendo sempre al primo posto l’individuo si calpesta la società e questo disequilibrio di valore non può che portare a problemi ad entrambe le parti del sistema: sia alla società sia all’individuo stesso.
Riuscire ad alimentare in modo equilibrato entrambe le parti del sistema è l’obiettivo di questa edizione del Festival della Filosofia. Attaccare la nostra concezione di ‘Io’, fare cioè quello che la filosofia deve fare se vuole essere degna di questo nome: mettere in discussione quello che è dato per presupposto.
Si partirà il 4 luglio con Toni Servillo che si servirà dello scrittore Giuseppe Montesano per raggiungere i punti focali del tema in discussione.
Il 7 luglio Roberto Esposito con la partecipazione attiva degli studenti del Sulpicio. A seguire Luigi De Magistris, l’8 luglio, con una conferenza/spettacolo “Istigazione a sognare”. Il 12 luglio le docenti Anna Donise e Clementina Cantillo si cimenteranno su “essenza e forme della relazione”.
Ancora gli studenti del Sulpicio ‘protagonisti’ il 13 luglio con il grande Francesco Miano. Un ritorno per Massimo Cacciari a Veroli. Una chiusura, quella del 17 luglio, decisamente per palati fini.
Ogni serata ci porterà ad una riflessione. A quello che siamo diventati, noi che ogni giorno usciamo a ripetere una sequela di gesti privi di spessore, come fantasmi che compaiono sempre alla medesima ora nell’ala di un castello. Sempre con il dito sul grilletto in cerca di avversari da combattere in una comunità sempre più meno comunità.
“Mentre un italiano di oggi è innanzitutto un babbo, un marito, un figlio eccetera, cioè un uomo convinto di avere dei doveri solo verso la famiglia, in nome della quale può essere anche un disertore in guerra e un ladro in pace, l’ateniese di allora era prima di ogni altra cosa un cittadino, per il quale i doveri sociali erano preminenti…” (Indro Montanelli, “Storia dei Greci”).