Roma – Un’inchiesta dei Carabinieri ha portato alla luce un quadro agghiacciante di maltrattamenti e violenze all’interno di un centro di educazione motoria gestito dalla Croce Rossa Italiana. Dieci operatori socio-sanitari sono finiti agli arresti domiciliari, con l’accusa di aver inflitto torture e maltrattamenti a due pazienti gravemente malati, incapaci di reagire. Per uno di loro è anche ipotizzata l’aggravante della violenza sessuale.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma e avviate a seguito di una denuncia presentata dalla stessa Croce Rossa, hanno documentato una serie di condotte vessatorie e violenze fisiche e psicologiche, ripetute nel tempo e perpetrate con una crudeltà inaudita. Come riportato nell’ordinanza del GIP, gli operatori avrebbero inflitto ai pazienti percosse, umiliazioni e scherni, approfittando della loro condizione di fragilità.
Le vittime, affette da gravi patologie psico-fisiche, erano totalmente in balia dei loro aguzzini, che avrebbero approfittato della loro incapacità di difendersi per sfogare la loro violenza. Un vero e proprio orrore che ha sconvolto l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla tutela delle persone più deboli.
Le indagini, condotte attraverso intercettazioni, acquisizione di documenti e testimonianze, hanno permesso di ricostruire nel dettaglio le dinamiche dei fatti e di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.
Si tratta di un duro colpo per la Croce Rossa Italiana, che ha immediatamente collaborato con le autorità e avviato un’indagine interna. L’episodio pone l’accento sulla necessità di intensificare i controlli nelle strutture che accolgono persone fragili e di garantire una tutela adeguata dei loro diritti.