Letteralmente, un vero e proprio disastro, con decine di ettari di bosco e di sterpaglie andati distrutti, centinaia di nidi e tane di animali selvatici compromessi, volpi, uccelli, istrici, faine, serpenti e altri rettili, insetti – tra cui api, formiche, e altre specie – morti nel rogo a causa del terribile incendio ieri pomeriggio, fino a tarda sera, ha imperversato all’interno dell’area di proprietà comunale della ex polveriera adiacente alla stazione ferroviaria di Anagni-Fiuggi.
Molti, anche, gli animali selvatici rimasti intossicati dal fumo il cui odore acre è rimasto percepibile fino a Colleferro e oltre fino a notte inoltrata.
Ora, a fiamme spente, si fa la conta dei danni che non è solo ambientale, cioè in termini soprattutto di costi di vite di animali innocenti, ma anche e sociale: sì, perché il terribile incendio scoppiato ieri – mercoledì 25 luglio 2024 – è l’esempio vivido di come un bene pubblico di quella portata – verde, ampio, a pochi minuti di auto dalla città, affiancato dalla stazione ferroviaria e dall’uscita del casello autostradale – si trovi tuttora in stato di abbandono e degrado a tanti anni dal suo acquisto da parte dell’ente comunale al costo di sei milioni di euro.
Un incendio quasi certamente doloso – questo non lo sapremo mai – domato solo grazie all’intervento come sempre provvidenziale delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e dei volontari del Radio Soccorso Protezione Civile e dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Anagni.
L’area, pur con il principio di tutelare dell’ente, diventa in alcuni tratti terreno incolto e stracolmo di frasche che poi fagocitano eventi come quello accaduto ieri; una soluzione non è più rinviabile, visto che piuttosto che tutelare l’area stiamo distruggendo un patrimonio naturale inestimabile. L’ente comunale e la Regione Lazio devono trovare una strada che sia davvero a beneficio della tutela dell’area dell’ex Polveriera, fatta non solo di vincoli e burocrazia che vanno bene solo sulla carta.