Le Fiamme Gialle del Gruppo di Frosinone hanno concluso un’operazione che ha consentito di scoprire una truffa ai danni dell’A.S.L. di Frosinone, posta in essere da due società fornitrici (una operante a Frosinone e l’altra in provincia di Isernia) di presidi protesici medici/sanitari. In particolare, le persone denunciate avrebbero istruito pratiche per forniture di assistenza protesica sulla base di certificazione medica falsa e fornito a diversi
utenti disabili presidi protesici non corrispondenti a quelli prescritti ed oggetto di autorizzazione da parte dell’Ente pagatore (A.S.L. Frosinone).
A seguito dell’acquisizione di documentazione presso gli uffici amministrativi della predetta Azienda Sanitaria Locale, è stato eseguito un decreto di perquisizione e sequestro, nei confronti dei soggetti indagati a vario titolo,
presso i domicili e sedi delle società coinvolte. Nel corso dell’attività è stata rinvenuta documentazione informatica e cartacea ritenuta utile ai fini delle indagini.
Il successivo esame delle pratiche relative alle istanze presentate per il rilascio di presidi sanitari necessari alla deambulazione dei richiedenti (carrozzine, busti, ecc.), corredate dalle dichiarazioni rese dai pazienti/familiari dei destinatari, ha consentito di accertare che alle pratiche medesime erano state allegate certificazioni mediche ritenute false (certificati di visite mediche mai effettuate). Il profitto del reato supera i 350.000,00 euro.
Tenuto conto che la commissione dei reati è stata rivolta nell’interesse o a vantaggio delle due società e constatato che le stesse non hanno predisposto un modello organizzativo, finalizzato a prevenire la commissione di reati, è stata proposta l’adozione di misure cautelari reali anche ai sensi del D.Lgs. 231/2001. Il GIP del Tribunale di Frosinone, pertanto, ha emesso apposito decreto di sequestro preventivo, ai sensi degli artt. 321 c.p.p., 19 e 53 del D. Lgs. 231/2001, fino a concorrenza del profitto della truffa.
Il risultato dell’operazione di servizio conferma il quotidiano impegno della Guardia di Finanza nel contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica, in grado di inquinare i circuiti legali dell’economia e di alterare le condizioni di concorrenza, compromettendo la corretta allocazione e distribuzione delle risorse pubbliche.