di Luca Santovincenzo, consigliere comunale di LiberAnagni
Lo scorso 13 agosto si è trattato in Consiglio Comunale il rapporto ambientale nella procedura di VAS Regionale dell’insediamento logistico a San Bartolomeo. L’assessore D’Ercole ha introdotto spiegando che la scelta era ricaduta su San Bartolomeo perché ritenuta un’area di scarso pregio a vari livelli.
Per questo, ho ritenuto doverosa una premessa sulla Comunità locale, procedendo poi ad esporre una moltitudine di criticità ravvisate nel documento in discussione, che nessuno della maggioranza ha saputo superare, pur votando tutti a favore. Criticità tecniche, amministrative e, soprattutto, politiche. Politiche sì, lasciatemelo dire, perché a discapito di chi tenta di fuorviare l’opinione pubblica, non c’è alcun parallelismo con l’insediamento Amazon di Colleferro (che non ha riguardato un’area a destinazione agricola) e, soprattutto, non c’è nessuna guerra di religione da parte nostra.
Nella seduta consiliare del 29 febbraio lo abbiamo già dimostrato come lo abbiamo confermato lo scorso 13 agosto, ribadendo a chiare lettere che la nostra compagine politica non ha alcuna sindrome del nimby: non si è mai detta contraria alle opportunità di crescita economica, ma esige la discussione e la valutazione trasparente di tutti gli interessi in gioco.
Nella pagina youtube “LiberAnagni” sono disponibili le immagini e l’audio di un estratto della seduta, tra cui l’unico intervento della maggioranza di cui si è tanto detto e scritto in questi giorni.
Ormai da mesi, nelle discussioni consiliari, i partiti del grande centro destra unito di Anagni non hanno argomenti da esporre e si affidano alle improvvisazioni e provocazioni da bar di un capogruppo “civico” di Cuori Anagnini, Luigi Pietrucci.
Il 13 agosto scorso è arrivato addirittura a puntare alcuni liberi cittadini, con tono sprezzante e incalzante. Lui, rivendicando di far parte dei 1300 disoccupati di “Vertenza Frusinate”, si è detto pienamente legittimato a sostenere il progetto privato per i possibili nuovi posti di lavoro, anche se più che dimezzati già nelle stime in soli sei mesi. Loro, invece, a suo dire “protestano” perché in gran parte ex dipendenti pubblici e privati in pensione, tutte persone “che hanno di cosa mangiare a fine mese”, tutte persone, e qui la stilettata, alle quali “ci ha provveduto e ci provvede lo Stato” e non hanno mai chiesto ai loro figli di investire in agricoltura. Questo semplicemente perché tra il pubblico della seduta (fino a quel momento assolutamente composto) c’erano rappresentanti di associazioni che avevano stilato comunicati contrari al progetto a tutela della destinazione agricola dei terreni (“fantomatico futuro di agricoltori”).
Quell’intervento non ha portato nulla alla discussione e non è stato consono al ruolo di Consigliere; l’ho dichiarato e lo ribadisco, con buona pace del Presidente del Consiglio.
Purtroppo, questo è il livello di chi di fatto detta da mesi la linea del centro destra unito in Consiglio Comunale ed in Giunta esprime, ormai da sette anni, l’assessore alla Cultura e Bilancio, oggi supportato in segreteria dall’ex assessora ai servizi sociali.
Se per favorire un impattante progetto privato senti il bisogno di alimentare tensioni, riducendoti a mostrare astio verso certe categorie lavorative e ignoranza circa il valore del lavoro e di una vita di contributi versati, questa non è Politica. Come non lo è, tanto per fare qualche esempio, discriminare vari commercianti nelle iniziative, penalizzare con l’organizzazione degli eventi alcune aree della Città e chiudere al dialogo verso le associazioni culturali che esprimono critiche.