Non solo uno spettacolo teatrale, ma un’occasione per riflettere sulla storia della propria comunità e sul valore della memoria attraverso testimonianze dirette e fatti realmente accaduti: “Bombe su Anagni”, la cui messa in scena è prevista per il prossimo 29 agosto alle ore 21.00 in piazza Innocenzo III nell’ambito della XXXI edizione del Festival del Teatro medievale e rinascimentale di Anagni, è il frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca e di scrittura drammaturgica. La regista Monica Fiorentini, insieme a un cast di talentuosi e giovani attori locali, ha dato vita a un’opera che, partendo dalle testimonianze dirette di chi ha vissuto sulla propria pelle gli eventi del 1943/1944, ricostruisce un quadro vivido e toccante di quel periodo.
Lo spettacolo – sviluppo di quello già rappresentato a marzo scorso in occasione dell’ottantesimo anniversario del bombardamento sulla città del 1944 – verrà riproposto in una versione ampliata a rivista. A spiegare la differenza tra la rappresentazione portata in scena alla sala della Ragione il 19 marzo scorso e quella in programma per il 29 agosto, sono Mauro Ascenzi e Francesca Menelao, attori e autori, tra l’altro, dell’approfondita ricerca su cui lo spettacolo fonda le sue basi storiche:
“Ciò che è rimasto invariato è l’intento: raccontare un evento che ha segnato profondamente la storia cittadina – spiegano, innanzitutto, Francesca e Mauro – la differenza sta nel metodo, sia dal punto di vista drammaturgico e attoriale, sia dal punto di vista storico. Abbiamo preferito non limitarci a riferire le testimonianze, ma, a partire da queste, costruire una drammaturgia originale ampliando la narrazione con altre fonti storiche. Essendo la memoria labile, soggettiva e in continuo mutamento, abbiamo deciso di non descrivere il singolo fotogramma del bombardamento, ma di mostrare gli eventi che lo hanno preceduto, in un intreccio continuo tra macro storia e storia locale. La fonte orale, infatti, al pari delle altre fonti storiche, dovrebbe essere valutata in base alle modalità di produzione e al contesto di appartenenza del soggetto sia nel momento in cui visse, sia in quello in cui racconta.
E per quanto riguarda il processo creativo? Qual è stata l’operazione storica e quali le fonti a cui avete attinto?
“Oltre all’adattamento degli estratti audio relativi alla caduta del regime fascista, alla creazione della Repubblica Sociale Italiana e alle informazioni diffuse da Radio Londra, il lavoro di individuazione, di raccolta e di studio dei documenti storici ci ha impegnato per circa quattro mesi, parallelamente alla scrittura del testo teatrale che in parte li assorbe e in parte gli esplicita.
Ci siamo subito resi conto che non esistono studi strutturati sulla Ciociaria in tempo di guerra e sulla Resistenza ciociara, ancor meno se si parla della singola città di Anagni. Abbiamo quindi raccolto e incrociato documenti e ricerche consultati nell’Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale.
Particolarmente importanti per risalire a decreti e proclami istituzionali sono state le raccolte di Gioacchino Giammaria, Dati sulla Resistenza in Ciociaria, «Quaderni della Resistenza laziale», n. 8 (1978) e Gioacchino Giammaria e Tommaso Cecilia (a cura di), Anagni 1943-1944. Documenti del periodo bellico, ISALM, Anagni, 1994. Di grande interesse per un primo orientamento è stato anche lo studio di Gioacchino Giammaria, Luigi Giulia, Costantino Jadecola (a cura di) Guerra, liberazione e dopoguerra in Ciociaria 1943-1945, Frosinone 1985. Per le testimonianze, abbiamo fatto riferimento a: Giuliano Floridi, Tempi di Guerra ad Anagni nel ricordo di un adolescente, Centro studi storici ciociari, 1997; Enrico Fanciulli, Anagni tra pace e guerra, Tipografia anagnina, giugno 2018. Si aggiunga Antonio Biondi, Un operaio della messe, 1953, una biografia del Vescovo Attilio Adinolfi, in cui compare la testimonianza di Don Guglielmo Tavani, vicino al vescovo di Anagni, sebbene rielaborata con tratti agiografici. Per lo studio delle fonti orali, ricordiamo le ricerche di Alessandro Portelli e per le composizioni musicali quelle di Luigi Colacicchi. Infine, sorprendente è stata per noi la scoperta di una fonte inedita, il Liber Chronicus del caracciolino Igino Basilici, che descrisse giorno per giorno alcuni salienti avvenimenti della vita cittadina in tempo di guerra.
Attraverso quale processo si è invece sviluppata l’operazione drammaturgica?
Le testimonianze orali in alcuni casi sono non solo fonte di contenuti, ma possono offrire anche spunti stilistici utili e sorprendenti; in particolare la testimonianza orale di Anna Mimini che all’epoca aveva 8 anni. La signora, nel ricordare l’evento, a volte parlava di sé in terza persona “… E alla fine della fiera, Anna rimase pe’ ttera!”, come a volersi proteggere dal rivivere il trauma, cosa questa che ci è sembrata di grande forza poetica e emotiva.
La mente subito è andata ad alcune messe in scena di Luca Ronconi, tra cui il suo ultimo lavoro, “Lehman Trilogy”, scritto da Stefano Massini appunto in terza persona. Dunque, lo stile del testo si ispira a quella forma teatrale, dando modo di far emergere pensieri e punti di vista dei personaggi ma allo stesso tempo evitando l’identificazione totale dell’attore col personaggio che interpreta. Ciò crea un effetto di straniamento che si presta al cambio fluido dei registri, passando dal comico-grottesco al drammatico. A questo si aggiungono alcune scene che abbiamo scelto di rendere attraverso canzoni elaborate sulla base di composizioni popolari della zona in parte raccolte da Luigi Colacicchi“.
LO SPETTACOLO
“Bombe su Anagni” racconta uno spaccato della storia cittadina in tempo di guerra che corre dalle reazioni popolari alla notizia della caduta del regime fascista (25 luglio 1943) al 19 marzo 1944, giorno in cui Anagni venne bombardata. Parte dei personaggi che compaiono in scena sono realmente esistiti e a fianco a essi lo spettatore potrà seguire le vicende verosimili di una famiglia del popolo frutto di creazione drammaturgica.
Aprono i quadri narrativi quattro figure mistiche ispirate a un affresco della cripta di Anagni, a rimarcare il legame della città col suo passato medievale.
Un evento indubbiamente da non perdere.