di Giorgio Stirpe
Finalmente terminato il calciomercato, con una rosa rivoluzionata dal direttore Angelozzi che ha piazzato tre colpi nell’ ultimo giorno utile (Partipilo, Bettella, Tdajout), consegnando una squadra completa, anche in termini numerici, in ogni ruolo a Vincenzo Vivarini, il Frosinone era chiamato a battere il primo colpo in campionato dopo un inizio al di sotto delle aspettative.
La Juve Stabia è arrivata allo Stirpe con l’entusiasmo alle stelle e con al seguito oltre mille tifosi (1023 per la precisione) probabilmente anche loro increduli per la partenza entusiasmante che ha portato i campani a presentarsi in Ciociaria con la possibilità, in caso di vittoria, di salire in vetta alla classifica da soli.
Ne è venuto fuori un pareggio a reti bianche (0-0) che ha accontentato gli ospiti ma non certamente il Frosinone ancora a secco di vittorie e con una classifica in questo momento, anche se è molto presto per parlarne, davvero deficitaria.
Vivarini ha rivoluzionato l’assetto in campo del Frosinone passando dalla difesa a tre al 4-3-2-1, con il rientro a centrocampo di Gerli, affiancato da Cichella e Darboe, due trequartisti, Distefano e Ambrosino, dietro la punta centrale Pecorino preferito a Cuni. La linea a quattro di difesa composta da Anthony Oyono, Monterisi, Biraschi a Marchizza.
Dunque una novità importante studiata in allenamento da parte dell’allenatore dei giallazzurri che, visti i risultati negativi di inizio stagione, ha messo in soffitta, per adesso, il modulo provato fin dal primo giorno di allenamenti. Una mossa coraggiosa da parte dello staff tecnico che ha avuto la forza di riconoscere gli errori commessi e di cambiare.
Il primo tempo ha fatto registrare ritmi blandi, i padroni di casa hanno tentato di mantenere il controllo del gioco (61% il possesso palla nella prima frazione), cercando con il fraseggio di scardinare la difesa stabiese arrivata a Frosinone con un solo gol subito in tre gare.
Nonostante la buona volontà sono state poco incisive le azioni dei canarini che non sono stati in grado di servire in maniera pulita Pecorino, fermato nell’unico tiro in porta effettuato al 33’ dal portiere avversario Thiam. Questo e poco altro nel primo tempo per il Frosinone che ha sofferto la compattezza degli uomini allenati da Pagliuca.
Il secondo tempo è iniziato sotto una cattiva stella perché dopo appena 8 minuti, Cichella è intervenuto in maniera scomposta su Floriani venendo espulso in maniera diretta ed inevitabile. Un’ingenuità del classe 2005 che ha costretto il Frosinone ha giocare in inferiorità numerica per il resto della gara.
Vivarini ha risistemato i giallazzurri con il 4-4-1 confermato anche all’ingresso, al minuto 60 di Partipilo e Tsadjout (entrambi all’esordio) al posto di Distefano e Pecorino. Un chiaro messaggio dell’allenatore del Frosinone che non ha voluto arretrare il baricentro della squadra e il tentativo di sfruttare la maggiore velocità dell’ex Cremonese e le sue caratteristiche in contropiede.
Nonostante l’inferiorità numerica, i ciociari non hanno rinunciato ad attaccare e con Ambrosino si sono resi pericolosi al 63’ mentre qualche secondo più tardi anche Cerofolini è entrato in partita con la prima grande parata della serata su un colpo di tesa di Buglio. I giallazzurri hanno giocato con coraggio e, per lunghi tratti, non hanno risentito dell’uomo in meno anzi, con Tsadjout sono andati vicinissimi al vantaggio al 80’, ma il tiro del centravanti è andato fuori per un questione di pochi centimetri.
La parità numerica è stata ristabilita al 83’ con l’espulsione, per doppia ammonizione, di Folino. La gara però a quel punto si è appiattita, il Frosinone ha cercato il colpo vincente ma non sono bastati neanche i 7’ di recupero concessi dall’arbitro.
LE PAROLE DEL TECNICO VINCENZO VIVARINI
Devo fare i complimenti ai ragazzi, hanno fatto una partita giusta lottando con impegno su ogni pallone. Loro non hanno mai tirato nella nostra porta mentre noi abbiamo avuto diverse occasioni importanti per sbloccare la partita, ci è mancato il gol. La prestazione è da elogiare. E’ mancata organizzazione, i vertici in avanti devono essere più coordinati, ma la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Ci vuole lavoro, le individualità sono importanti ma dobbiamo essere contenti della partita fatta, considerando l’inferiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo. Ci sono tanti margini di miglioramento, sono molto ottimista e bisogna che tutt