26 agosto 2024, ore 20.30. La sala del Centro Studi bahá’í di Acuto si riempie di persone venute ad ascoltare che cosa hanno da dire le Religioni sulla Natura umana, il tema della conferenza giunta alla ventottesima edizione e realizzata in collaborazione con Religions for Peace Italia. Sarà possibile individuare un “fil rouge” tra gli interventi? Il primo è del Rev. Doryu Cappelli, maestro del Buddhismo Zen, il quale sottolinea la tensione dell’essere umano tra una realtà non originale, illusoria e una potenzialità originale chiamata “illuminazione”. La vera Natura, il vero Sé è la Natura del Buddha, pura, illuminata, che può essere temporaneamente oscurata dalle vicende della vita. Il risveglio, l’illuminazione è frutto di una libera scelta di disciplina interiore.
Segue l’intervento della signora Anna Di Segni Coen che ci riporta al mistero e alle meraviglie dell’Opera Divina della Creazione e cita la Genesi: ” Dio disse poi: facciamo un uomo a immagine nostra, a nostra somiglianza” e ancora “Dio vide che tutto quello che aveva fatto era molto buono. Fu sera, fu mattino, il sesto giorno”. Quest’uomo collocato nel giardino di Eden per coltivarlo e custodirlo, può mangiare tutti i frutti, eccetto quelli “dell’albero del discernere il bene e il male”. La trasgressione di questo divieto, secondo la tradizione ebraica, segna l’inizio, la nascita del libero arbitrio. Le qualità divine insite nella natura umana vengono quindi alla luce come frutto di una libera scelta.
La prof.ssa Augruso ci trasporta nell’ambito del cattolicesimo e della Chiesa dei primi secoli, che afferma che l’uomo è stato creato come interlocutore di Dio e così parla della natura umana: “Il tipicamente umano non è il materiale, non è una qualche natura spersonalizzata, ma è la realtà che nasce nel soffio della vita, nella Parola pronunciata, dunque un certo animare, in maniera del tutto personale la materia della quale si è fatti. E poiché i Padri vedono in Cristo la personificazione assoluta di tutta la dimensione creaturale, occorre sicuramente tornare all’affermazione secondo la quale l’uomo viene creato in Cristo” E il male? Il male è una realtà con cui fare i conti, ma nel rapporto privilegiato che l’uomo ha con Dio, questo può chiedere e ottenere il perdono.
La dott.ssa Serife Demir ci introduce alla visione coranica dell’uomo. “Invero creammo l’uomo nella forma migliore” si dice nella Sura 95. Ma nella Sura 30 si dice anche:” Egli è Colui che vi ha creato dalla terra, eppure eccovi uomini che spargete discordia”. La dicotomia tra l’eccellenza della creazione umana e le sue tendenze verso il male è una parte centrale della comprensione islamica della natura umana. Come dice Said Nursi:” All’uomo è stato dato il libero arbitrio ed è responsabile delle sue azioni. Ha la capacità di scegliere tra il bene e il male e sarà ricompensato o punito di conseguenza”.
L’esponente bahá’í, l’ing. Guido Morisco, interviene per ultimo. La Fede bahá’í ha per scopo l’unità e quindi cerca di aiutare l’individuo a riportarla anche all’interno della coscienza umana e a superare quindi le dicotomie. Dal punto di vista del corpo, l’uomo fa parte del regno animale, ma diversamente dall’animale, l’uomo ha un’anima razionale, intermediaria tra il suo corpo e il suo spirito. Quando l’uomo permette allo spirito d’illuminare, attraverso la sua anima il suo intelletto, allora in lui v’è tutta la creazione, perché l’uomo è il punto culminante di tutto ciò che è venuto prima e contiene in sé stesso tutto il mondo materiale. L’interazione tra la natura materiale e spirituale dell’uomo è continua, ma perché egli esprima appieno le “gemme” interiori, è necessaria un’educazione spirituale e materiale, la cui responsabilità ricade sulla famiglia, sulla comunità e sulle istituzioni che devono fornire le giuste opportunità.