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    Palio (“bravium”) per san Pietro Celestino, compatrono di Ferentino: l’omaggio del maestro Enzo Arduini alla sua città

    8 Settembre 20247 Mins Read
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    Ferentino
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    di Biancamaria Valeri

    L’Arte è una sofferenza che ci accompagna attraverso l’umiltà verso la verità

    Il M° Enzo Arduini ha mantenuto, pur vivendo in Germania, a München, un forte legame con la sua terra d’origine, Ferentino. Lo testimonia sempre con vivo affetto e con opere di grande valore artistico, specialmente in relazione ai Santi Patroni.

    Nel 2020 nel pieno della pandemia da Covid-19 il M° Arduini si rivolse a S. Ambrogio centurione e martire, patrono di Ferentino; e produsse due opere d’arte di grande significato. Donò al Comune un grande quadro dedicato a Sant’Ambrogio in tecnica mista, inchiostro e argento, che venne subito collocato nel corridoio di ingresso al Comune di Ferentino da via XX Settembre.

    Enzo Arduini, S. Ambrogio martire, 2020, tecnica mista, inchiostro e lamina d’argento. Consegna del dono al Sindaco Antonio Pompeo nel 2021; da destra: il M° Enzo Arduini, don Giuseppe Principali, il sindaco Antonio Pompeo

    Una bella e suggestiva rievocazione del martire Ambrogio, patrono di Ferentino. Una visione bidimensionale, con appena accennato un suggerimento prospettico. Il Martire è rappresentato a cavallo del suo destriero, ma è la robusta figura del centurione romano che campeggia nel dipinto. I suoi simboli: la palma del martirio e il vessillo del vincitore che reca il simbolo della Città che lo accolse e lo introdusse nella vita rinnovata dal Cristianesimo. Ambrogio, da soldato di Roma a soldato di Cristo, ha effuso il suo sangue nella Città che lo ha subito acclamato come suo patrono e avvocato davanti al trono di Dio. Il Centurione è raffigurato in età giovanile, in abito romano, ma senza gli orpelli guerreschi: la sua scelta è stata per la pace e per una vittoria che non conoscerà mai tramonto.

    Simbolo della sua santità è l’aureola appena accennata, che cala sul suo capo e lo copre di gloria, nube luminosa di Cristo, che si svela solo agli occhi dei credenti e confonde le menti dei superbi. La posa umile del Martire significa l’adesione ad un amore e ad una fratellanza universale. La gerarchia che adesso Ambrogio in Cielo riconosce è una gerarchia di servizio e di generosità, di vicinanza a tutti gli umili di cuore, che si incamminano lungo la via tracciata da Cristo per raggiungere l’eternità beata del Paradiso. Suggestivo il bicromismo bianco/blu interrotto solo dalla macchia di colore rosso del vessillo della vittoria, che ricorda lo stemma medievale del Comune di Ferentino (giglio bianco in campo cremisi).

    Contemporaneamente il M° Arduini donò nel 2021 a don Giuseppe Principali, parroco della concattedrale SS. Giovanni e Paolo di Ferentino, un’altra sua opera dedicata al Patrono.

    Enzo Arduini, Sant’Ambrogio martire, 2020, tecnica mista, inchiostro; dono alla Cattedrale dei SS. Giovanni e Paolo di Ferentino

    Il M° Arduini ha pensato Ambrogio giovane centurione romano raffigurandolo in posa ieratica e al tempo stesso umana. Sorride e pur nel momento del suo trionfo (reca ben visibile la bandierina della vittoria), si volge al suo Popolo e lo guarda con amorevolezza, con dolcezza e con sguardo e sorriso, che fanno capire la beatitudine nella quale vive e dalla quale continua ad esercitare il suo patrocinio per la Città, nella quale ha trovato salvezza e gloria per aver difeso la Fede.

    Molto ben riuscita la stesura del colore e la sua partitura. È una raffigurazione che fa pensare alla pittura compendiaria degli affreschi di Pompei. Il colore è steso rispondendo a logiche geometriche ed anche a sottolineatura di impostazione prospettica così come suggerisce la massa volumetrica del corpo: volto e capo, asta del vessillo della vittoria – che noi a Ferentino chiamiamo bandierina – braccia, aureola ellittica che copre come nube luminosa il capo di Ambrogio.

    In questo 2024, su richiesta dell’Accademia “Celestino V”, associazione culturale eretta a Ferentino nel 1997, il M° Enzo Arduini si è dedicato a progettare il disegno del drappo o palio che si donerà al vincitore della gara equestre (denominata Giostra dell’Anello sulla base dei documenti storici rinvenuti in capillare ricerca d’archivio da parte di Biancamaria Valeri), che ogni anno a partire dal 2002 si svolge in onore del compatrono S. Pietro Celestino. Il 1° settembre 2024, tramite il figliolo ha fatto recapitare al Presidente dell’Accademia “Celestino V” lo studio di bozzetto per il palio.

    Ferentino, 1° settembre 2024; consegna a Biancamaria Valeri, presidente dell’Accademia Celestino V del Palio (Bravium) per San Pietro Celestino – bozzetto di studio

    Il bellissimo studio disegna su uno sfondo celestiale, simbolico riferimento al nome del Compatrono, Celestino V, raffigura il S. Papa giovane, circonfuso d’oro e d’argento, semplice nella posa e nell’abbigliamento. Celestino stringe nella mano destra il libro d’oro che simboleggia il Vangelo, la Legge, la Cultura e nella mano emerge vivo e palpitante il suo cuore, dono prezioso alla città di Ferentino. Il cuore si sovrappone e sorregge il libro: è una testimonianza è una metafora che sintetizza tutta la vita di Pietro del Morrone, anche quando fu Papa. Egli fu caratterizzato dal silenzio e dall’amore, dalla donazione sulla Parola di Cristo e nella preghiera.

    Senza cornici e orpelli è narrata la vicenda umana e storica di Celestino anche nell’unione che lui volle con Ferentino. In alto a sinistra la bella facciata della chiesa duecentesca di S. Antonio abate, che lui fondò prima del 1260 e che lo accolse come suo primo sacrario dal 21 maggio 1296 al 1330 circa. La gloria l’ebbe in vita ed anche in morte: gliela diede Dio e il miracolo della croce d’oro che si accese nel cielo e che fu visibile nel cielo di Fumone e di tutta la Campagna ne diede testimonianza. La gloria non è quella che dà il mondo ma è la Croce di Cristo che sfolgora vittoriosa sul male, sull’odio, sul peccato e sulla morte. Dove più profondamente sarà infissa la Croce, lì più sfolgorante sarà la Resurrezione.

    La mano destra di Celestino si alza ferma, decisa e semplice nel gesto della benedizione, nel gesto che indica anche il Cielo, perché il Cristiano è fatto per il Cielo e dal Cielo riceve luce, pace perdono e misericordia, doni che ciascuno deve riversare su tutti gli uomini sentiti e vissuti come fratelli, per avere giustizia davanti a Dio: “Ama il Prossimo tuo come te stesso” regola d’oro del Cristianesimo, che fornisce la misura dell’amore espandendolo al di fuori della vita personale, ma considerarlo criterio universale di pace e misericordia.

    Nell’angolo in basso a sinistra, accompagnati dai rispettivi motti, gli stemmi del Comune di Ferentino (DET TIBI FLORERE CHRISTI POTENTIA VERE) e dell’Accademia Celestino V (ACADEMIA COELESTINUS PP V FERENTINI).

    Un bozzetto di studio molto interessante, donato dal M° Arduini all’Accademia Celestino V, e sul quale il Maestro sta continuando a lavorare per renderlo definitivo in un quadro su tela dipinto a olio e lamina d’oro e d’argento. Questa opera definitiva, compiuta nel 2025, anno del Giubileo, sarà consegnata durante la Settimana Celestiniana di Ferentino (terza settimana del mese di maggio); su di essa sarà realizzata la foto d’arte per il palio (il nome deriva dal latino pallium, che significa “mantello”) ossia il drappo riccamente intessuto o ricamato o dipinto, che dal Medioevo è il premio nelle gare equestri.

    È doveroso il ringraziamento al M° Enzo Arduini per la sua squisita sensibilità umana oltre che artistica: Il bozzetto per il palio esprime una intuizione molto moderna di S. Pietro Celestino, avvicinato attraverso il linguaggio dell’arte all’Uomo contemporaneo, un santo molto vicino a noi che viviamo un’esperienza di vita perfettamente sovrapponibile a quella della fine del XIII secolo. Oggi, come ieri, siamo immersi nel materialismo, nel relativismo, nell’egoismo. S. Pietro Celestino con la sua vita e la sua testimonianza, non di uomo ignavo e rinunciatario, ma di campione dello Spirito, ci offre un poderosissimo aiuto ad uscire dalle tenebre in cui siamo immersi. Ci aiuta a conoscere, riconoscere e seguire la Verità; ci insegna la regola dell’amore e del perdono; ci insegna la via dell’umiltà e dell’accettazione della sofferenza che è via di perfezionamento e di redenzione; ci insegna la fraternità e la solidarietà, oggi tanto compromesse nella nostra società consumistica ed egoistica.

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