Un’auto danneggiata e una rete di ombre
La Procura di Latina è impegnata in un’indagine delicatissima e complessa, scaturita da una grave minaccia alla Garante dell’infanzia della Regione Lazio, Monica Sansoni. La notte tra giovedì e venerdì scorsi, l’auto della Sansoni, parcheggiata sotto casa a Latina, è stata vandalizzata: i vetri sono stati distrutti, senza che venisse asportato nulla.
Un segnale inquietante
L’episodio, pur non essendo il primo di questo tipo, assume un’importanza particolare in quanto diretto contro una figura istituzionale impegnata nella tutela dei minori. La scelta di danneggiare l’auto della Sansoni, facilmente riconoscibile grazie al tesserino della Regione esposto, appare come un chiaro messaggio intimidatorio.
Legami con un’inchiesta più ampia
Le indagini, coordinate dal procuratore Carlo Lasperanza, stanno cercando di fare luce sui motivi di questa aggressione. Gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi che la minaccia sia collegata all’attività di tutela di alcune giovani vittime di un presunto gruppo di pedofili, attività che la Sansoni sta portando avanti da tempo.
Un’accusa che coinvolge anche figure ecclesiastiche
Un ulteriore elemento di gravità è emerso da una nuova denuncia presentata da un giovane di 18 anni, figlio di amici di Alessandro Frateschi, uno degli ex docenti di religione coinvolti nell’inchiesta. Il ragazzo ha accusato Frateschi e altri uomini, tra cui alcuni sacerdoti, di aver commesso su di lui atti di violenza sessuale a partire dai 14 anni.
Indagini incrociate
Le indagini sulla presunta rete di pedofilia si concentrano ora sui rapporti tra Frateschi e il collega Mirko Campoli, anch’egli arrestato con accuse di violenza sessuale su minori. Dalle perquisizioni effettuate sono emersi scambi di materiale compromettente tra i due uomini, rinvenuto nelle memorie dei loro dispositivi elettronici.
La determinazione della Garante
Nonostante le minacce, Monica Sansoni non si arrende e continua a collaborare con le autorità. “Sono fiduciosa che la Procura farà chiarezza al più presto”, ha dichiarato la Garante, sottolineando l’importanza di portare alla luce questa oscura vicenda e di garantire giustizia alle vittime.