Il Lazio e il preoccupante aumento delle vittime stradali
Nel 2023, il Lazio si è tristemente distinto come la regione italiana con il più alto incremento di morti per incidenti stradali rispetto al 2019, con un aumento di 51 vittime. Questo è uno dei dati più preoccupanti emersi dall’ultimo rapporto ACI-ISTAT sugli incidenti stradali in Italia per l’anno 2023. Mentre in alcune aree del Paese il numero di vittime è stato dimezzato rispetto al 2019, il Lazio è ben lontano dall’obiettivo stabilito dalla Commissione Europea, che punta a ridurre del 50% il numero di vittime e feriti gravi sulle strade.
Aumento delle vittime tra pedoni, ciclisti e conducenti di monopattini
Nel corso del 2023, in tutta Italia sono deceduti 485 pedoni. Ancora una volta, è il Lazio, con la provincia di Roma, a registrare il più alto numero di pedoni morti, ben 71. Contestualmente, si è osservato un aumento delle vittime tra i conducenti di monopattini e biciclette, evidenziando una maggiore vulnerabilità di questi utenti della strada.
Le conseguenze economiche e sociali degli incidenti stradali
In totale, nel 2023 le vittime della strada in Italia sono state 3.039, con una media di 8 morti al giorno, paragonabile alla scomparsa di un piccolo paese ogni anno. A ciò si aggiungono enormi danni sociali e costi economici pari a 18 miliardi di euro, ovvero l’1% del PIL.
Critiche al nuovo Codice della strada e l’immobilismo della Regione Lazio
Secondo il Consigliere regionale Alessio D’Amato, responsabile nazionale Welfare di Azione e promotore della proposta di legge “Lazio Strade Sicure”, il Ministro Salvini, attraverso il nuovo Codice della strada, sta andando nella direzione opposta rispetto alle indicazioni della Commissione Europea, non ascoltando le principali associazioni degli utenti e delle famiglie delle vittime della strada.
Al contempo, la Regione Lazio, guidata dal centrodestra, viene accusata di sottovalutare l’emergenza della sicurezza stradale. D’Amato denuncia infatti che la proposta di legge ‘Lazio Strade Sicure’, ferma da oltre 15 mesi, non è mai stata discussa in aula, mostrando una grave inerzia da parte del Governo Rocca.