di Nello Di Giulio
Raccogliendo un caloroso invito al termine di una conferenza all’interno del Museo Preistorico di Pofi, l’esimio prof. archeologo e antropologo Italo Biddittu è tornato nella giornata di oggi a “riassoparare” un contesto territoriale a lui caro, attribuito di “unicum al mondo” (cit. Biddittu) e ancora mai esplorato a sufficienza.
Giunto in compagnia dall’amico prof. Giuseppe Pettenati (associazione culturale Ci vediamo in Provincia), ad aspettarlo in contrada Villamagna l’intera famiglia dell’architetto Antonio Centra, direttore del Museo d’Arte Contemporanea Luigi Centra nonché attento studioso dell’area dell’antico Compitum anagninum (odierna zona Osteria della Fontana) e dell’intera Valle Latina.
Ancor prima di accedere al museo, ascolto, colloquio ed emozioni viaggiano immediatamente a braccetto in una mattinata iniziata davanti la croce ricurva dell’Abbraccio, grido di denuncia della violenza sulle donne, (opera di Luigi Centra e Antonio Centra) e proseguita accanto, o non lontano, la scultura del Volto del Cristo realizzato – su grande pietra affiorante dal terreno – dal noto dell’artista ciociaro Sergio Lombardi. Nessun’altro al mondo avrebbe potuto raccontare questo territorio con più sapere e più empatia di quanto abbia fatto l’illustre ospite spaziando, senza dispersione alcuna, all’interno dei milioni di anni del periodo Paleolitico.
Salito il breve viale tra filari di viti e piante ornamentali che conduce nell’area del museo, l’arte e la vita del M° Luigi Centra sono tornate protagoniste durante un intenso percorso di visita tra dipinti realizzati su ogni tipo di supporto, cimeli e riconoscimenti conseguiti in giro per il mondo (Luigi Centra: ultimo mohicano della pop-art), scritti e poesie o semplici strumenti di lavoro (tavolozze, colori e pennelli) esposti con grande cura e amore in ogni dove della struttura museale.
Dopo la sorpresa di così tanta bellezza in questo scrigno di arte e di memoria, il resto della mattinata è scivolato in clima famigliare con il prof. Biddittu propenso a raccontare della sua vita di ricercatore di studio (87 magnifiche primavere) partendo dal ritrovamento di Argil, l’antico uomo di Ceprano databile a 400/500 mila anni fa. A suo nome è legato anche lo scoprimento del sito Paleontologico di Fontana Ranuccio, in agro di Anagni, che ha restituito fossili di elefanti antichi, bisonti, cervi e pantere risalenti al pleistocenico medio-inferiore che riporta indietro di circa 2,5 milioni di anni; nonché fossili e dentatura umana del più ravvicinato Homo heidelbergensis estinto “solo” 100 mila anni fa.
Prima dell’auspicio di un arrivederci a breve l’esimio Biddittu ha tenuto a ricordare: «Fu un amico di Anagni a chiamarmi dicendomi di correre perché qualcuno gli aveva detto di un ritrovamento di ossa in una cava. Ora, a distanza di cinquant’anni questo sito paleontologico di Fontana Ranuccio-Coste San Giacomo risulta essere tra quelli più studiati e di maggior interesse in Italia … l’amico anagnino si chiamava Mario Anzellotti».
A Villamagna di Anagni, al MACC (Museo Arte Contemporanea Luigi Centra) oggi – 26 ottobre 2024 – davvero una giornata da incorniciare!